Emergenza smog al Centro-Nord: le misure e i blocchi adottati nelle varie città

Ambiente
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Prosegue l’alta pressione nelle regioni centrosettentrionali e continua a peggiorare la qualità dell’aria. Tra le più inquinate Roma e Milano, che hanno bloccato la circolazione. Misure antismog anche a Torino, Treviso, Vicenza e Firenze

Prosegue l'alta pressione sull'Italia del Centro-Nord (LE PREVISIONI), con conseguente peggioramento della qualità dell’aria che nelle ultime ore ha provocato una vera e propria emergenza smog. Per questo motivo, le grandi città stanno provando a trovare una soluzione adottando i blocchi della circolazione. Tra le più inquinate ci sono Roma e Milano, ma misure antismog sono state prese anche a Torino, Treviso, Vicenza e Firenze.

I casi di Roma e Milano

A preoccupare è la situazione a Roma, con 8 centraline su 13 che sforano il limite di legge giornaliero di Pm10 e dove infuria la polemica sullo stop ai diesel fino agli Euro6. Blocco previsto anche per oggi, mercoledì 15 gennaio, e domani. "Pensare alla salute dei cittadini diventa una colpa", scrive su Facebook l'assessore ai Trasporti di Roma Pietro Calabrese. A Milano i nuovi divieti scattano in anticipo. "Siamo in emergenza", dice l'assessore alla Mobilità del capoluogo lombardo, Marco Granelli, che chiede alla Regione di affrontare l'emergenza smog in modo strutturale. Diciannove i giorni da quando, a Milano e nelle città della 'bassa' lombarda, sottolinea Legambiente Lombardia, "si è cominciato a respirare ininterrottamente aria con livelli di polveri sottili mediamente doppi rispetto a quelli che la normativa europea considera tollerabili per la salute umana".

Allarme anche a Torino, Firenze e in Veneto

A Torino blocchi alla mobilità fino a domani 16 gennaio: prosegue, dunque, lo stop per i veicoli Diesel fino agli Euro 5 ed è concreto il rischio che il semaforo rosso diventi viola, che prevede l'estensione oraria dei divieti. Situazione difficile anche in Veneto, con il codice rosso a Treviso dopo dieci giorni consecutivi di superamento della concentrazione di 50 microgrammi per metro cubo di particelle Pm10. Scattate a Vicenza le misure contenute nell' ordinanza del sindaco Francesco Rucco che introduce l'obbligo di chiusura delle porte degli esercizi commerciali e degli edifici aperti al pubblico fino a nuova comunicazione. Per quanto riguarda Firenze e provincia, una nuova ordinanza stabilisce il blocco dei mezzi più inquinanti fino a sabato 18 gennaio.

Legambiente: fermare le auto non basta

Nonostante le misure adottate dalle principali città italiane, fermare le auto potrebbe non bastare. A ribadirlo è Legambiente Lombardia in una lettera aperta al sindaco di Milano Giuseppe Sala. "Per rendere le misure più efficaci occorre fare i conti con le emissioni dell'attuale parco auto. Se è vero che i diesel, specialmente quelli delle classi euro più basse, restano i veicoli più inquinanti tra quelli circolanti, è anche sempre più chiaro che, nei modelli automobilistici più recenti, le emissioni di polveri più rilevanti non sono più dallo scarico, ma derivano dall'usura: dei freni, degli pneumatici, dell'asfalto". E, spiegano gli ambientalisti, "già cinque anni fa, con l'ultimo aggiornamento dell'inventario delle emissioni Inemar, era chiaro come in una città come Milano il contributo di queste emissioni fosse pari a quelle dei gas di scarico".

Cos'è il Pm10 e quali sono i limiti

Il responsabile dei blocchi alla circolazione dei veicoli inquinanti è in particolare il Pm10. Con questa sigla si intende una sottocategoria del "materiale particolato": l'insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in "aria ambiente" (ossia quella esterna), in particolare quelle particelle che hanno un diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 m (millesimi di millimetro). Come spiega il Ministero della Salute, le particelle Pm10 possono avere "sia un'origine naturale (l'erosione dei venti sulle rocce, le eruzioni vulcaniche, l'autocombustione di boschi e foreste) sia antropica (combustioni e altro)". Inoltre "sono caratterizzate da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e possono, quindi, essere trasportate anche a grande distanza dal punto di emissione, hanno una natura chimica particolarmente complessa e variabile, sono in grado di penetrare nell'albero respiratorio umano e quindi avere effetti negativi sulla salute". Per quanto riguarda il limite del Pm10, questo è fissato a livello giornaliero in 50 millesimi di grammo al metro cubo, da non superare più di 35 volte per anno civile, e a livello annuale in 40 millesimo di grammo al metro cubo. Le Regioni e le Province autonome stabiliscono autonomamente dopo quanti giorni di sforamento del limite scattino le misure di contrasto.

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