Amazzonia, crescita vertiginosa della deforestazione nel 2019

Ambiente

Secondo l'Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe) brasiliano, sarebbero circa 1.700 i chilometri quadrati di foresta persi nel mese di agosto 2019, pari a oltre il 200% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

L'emergenza deforestazione prosegue in Amazzonia. L'allarme arriva dai nuovi dati ufficiali rilasciati dall'Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe) brasiliano. Nel mese di agosto 2019, scrive l'ente, sono andati persi circa 1.698 chilometri quadrati di vegetazione, pari ad un incremento del 222% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sotto accusa le politiche del presidente Bolsonaro che ha autorizzato una maggiore apertura alle attività produttive umane di riserve indigene e zone protette .

Rischio deforestazione record nel 2019

I dati raccolti dall'Inpe si basano sul sistema di allerta satellitare "Deter" che, tra gennaio e agosto 2019, ha registrato la perdita di oltre 6.400 chilometri quadrati di foresta, rispetto ai 3.336 dello stesso periodo nel 2018. Una statistica preoccupante, unita appunto all'impennata vertiginosa di agosto. Se questo dovesse essere il trend anche dei prossimi mesi, gli esperti non escludono che, a fine 2019, la superficie disboscata possa raggiungere anche i 10mila chilometri quadrati per la prima volta dal 2008.

Popolazioni indigene colpite

A subire maggiormente le conseguenze della deforestazione potrebbero essere le popolazioni indigene. A sostenerlo, in un discorso al Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu a Ginevra, è stata Michelle Bachelet, Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, che ha parlato di "catastrofe umanitaria". Bachelet si è detta "profondamente preoccupata dalla rapida accelerazione della deforestazione in Amazzonia", chiedendo un incremento delle "politiche ambientali a lunga scadenza e sistemi di incentivazione che rilancino la sostenibilità". Al di là della responsabilità degli Stati amazzonici, ha aggiunto, "nessun Paese e nessun dirigente politico può chiamarsi fuori" dalla crisi dell'Amazzonia, perché "tutte le nazioni, tutti i tessuti sociali, politici e culturali di tutti gli Stati risentono del suo impatto".

Sotto accusa le politiche di Bolsonaro

L'aggravarsi della deforestazione viene attribuito principalmente alle politiche di Bolsonaro che ha dato il via libera ad attività minerarie, forestali e allo sviluppo della pastorizia nelle riserve indigene e nelle aree protette. D'altro canto, il presidente brasiliano ha sempre bollato come statistiche "fasulle" quelle diffuse dall'Inpe. A giocare un ruolo chiave nell'emergenza che l'Amazzonia sta vivendo negli ultimi mesi sono, poi, gli incendi. In questo senso, agosto è da sempre uno dei mesi più critici a causa della maggiore siccità e di roghi che si sviluppano anche naturalmente. Secondo i media locali, quest'anno in particolare gli incendi avrebbero avuto un notevole aumento anche a causa delle azioni volontarie degli agricoltori, soprattutto dei produttori di soia.

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