Le vespe samurai saranno usate per combattere le cimici asiatiche

Via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale delle cimici asiatiche. Lo ha annunciato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in occasione del Salone del Biologico SANA. Le cimici stanno causando gravi danni ai raccolti di peschi, ciliegi, mele, pere, kiwi, albicocchi e piante.

Lotta alla cimice

Prandini ha annunciato da Bologna l’entrata in vigore della misura per la lotta alla cimice, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del d.P.R. 5 luglio 2019 n. 102. Qui sono elencate le norme necessarie a prevedere i criteri per l’immissione sul territorio di specie e di popolazioni non autoctone; un documento fortemente sollecitato dalla Coldiretti ai tavoli istituzionali per contrastare la diffusione dei gravi attacchi che insetti alieni, come la cimice, stanno provocando alle produzioni. Manca solo l'autorizzazione all'immissione in natura su richiesta delle regioni, che sarà data dal nuovo ministro dell'Ambiente, Sergio Costa.

Danni per 250 milioni di euro

"La situazione è drammatica – denuncia Coldiretti -, soprattutto al Nord. Nel solo Veneto i danni alle produzioni di mele, pere, pesche e kiwi hanno raggiunto la cifra di 100 milioni di euro, di cui quasi 80 nella sola provincia di Verona". Ma situazioni spigolose si registrano un pò ovunque, dal Friuli Venezia Giulia, dove in alcune zone è andato perso addirittura l'intero raccolto di pere e mele. In Piemonte la provincia di Alessandria è tra le più colpite. Gravi problemi anche in Lombardia, dove la cimice ha attaccato le coltivazioni di soia e mais nel Bresciano, e di frutta nella provincia di Mantova. In Emilia Romagna la situazione Coldiretti ha chiesto addirittura di incontrare i Prefetti. Sciami di cimici iniziano però ad essere segnalate anche nelle altre regioni italiane.

La cimice da combattere

L'insetto da combattere con la vespa samurai si chiama cimice marmorata asiatica, arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per le coltivazioni. Prolifica con il deposito delle uova almeno due volte l'anno con circa 400 esemplari per covata. Le loro punture rovinano i frutti, rendendoli inutilizzabili. Nel nostro Paese questa cimice non ha nemici naturali e la sua diffusione improvvisa è favorita dalle alte temperature e dalla loro capacità di mangiare qualunque cosa. Per ora si è corsi ai ripari con barriere fisiche, nello specifico ci si è affidati a delle reti.

Colpa delle "frontiere colabrodo"

Secondo Coldiretti la responsabilità di questo disastro agricolo è da imputare al sistema di controllo dell'Unione Europea, che a "frontiere colabrodo, che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati".