In Italia oltre un quinto delle specie marine è a rischio estinzione

Ambiente
Foto di archivio

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, un rapporto di Legambiente fa il punto sullo stato di salute dei nostri mari. A livello globale il 100% delle specie di tartarughe ingerisce rifiuti di plastica. LO SPECIALE 

 

Il capitale naturale del nostro Paese è uno dei più ricchi in Europa, i nostri mari ospitano circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti nel vecchio continente. Ma anche da noi l'allarme per le specie a rischio è alta.
In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità Legambiente, con il rapporto “Biodiversità a rischio 2018”, fa il punto sullo stato di salute dei nostri mari e delle specie che lo abitano.  Lo fa da Manfredonia, e non a caso, perché qui ha sede il Centro recupero tartarughe marine (CRTM) gestito da Legambiente. E le tartarughe sono tra le specie più a rischio.

L'appuntamento di oggi a Manfredonia è solo l'anteprima dell'annuale iniziativa di Legambiente "Spiagge e Fondali puliti" che, attraverso il coinvolgimento della gente comune nella pulizia delle spiagge italiane, punta alla raccolta e alla corretta gestione dei rifiuti. Un'iniziativa a cui quest'anno partecipa anche Sky. Sabato 26 maggio saremo al fianco di Legambiente per raccogliere i rifiuti abbandonati e promuovere comportamenti civili e sostenibili.  

Il Mediterraneo, per la sua variegata eterogeneità di ecosistemi, è uno dei 25 biodiversity hotspots del mondo, ovvero una delle regioni con il maggior numero di specie viventi in tutto il pianeta. È un punto cruciale per gran parte delle rotte migratorie degli uccelli paleartici: nelle sue acque vivono circa 900 specie di pesci e cetacei e circa 400 specie vegetali. Oggi il marine litter rappresenta una delle principali minacce per mari e oceani.

Il 95% dei rifiuti marini è composto da plastica

La maggior parte dei rifiuti marini, circa il 95% è composta da plastica (UNEP/MAP 2015), secondo l’UNEP il Mar Mediterraneo è attualmente una delle sei aree maggiormente invase da marine litter nel mondo: la concentrazione dei rifiuti in alcune aree è comparabile a quella delle cosiddette “isole galleggianti” dell’Oceano Pacifico. Tartarughe, mammiferi e uccelli marini possono morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti, in particolare buste di plastica, scambiati per cibo, oppure possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale.

L'impatto dei rifiuti marini sulla biodiversità

Vediamo nel dettaglio l'impatto causato dai rifiuti marini sulla biodiversità: a livello globale, diversi studi indicano che le principali vittime di aggrovigliamento sono gli uccelli marini (35%), pesci (27%), invertebrati (20%), mammiferi marini (circa 13%) e infine rettili (5%). A livello globale il 40% delle specie di uccelli marini ingerisce rifiuti di plastica, il 100% delle specie di tartarughe e il 50% di mammiferi. Non solo l'inquinamento e la marine litter mette a rischio le specie che abitano i nostri mari ma anche lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.

Altre cause di estinzione delle specie marine

Nel Mediterraneo il 96% degli stock ittici europei è sovrasfruttato. In particolare l’Adriatico, che da solo sostiene il 50% della produzione ittica italiana, è, insieme al Golfo di Gabes in Tunisia, l’area del Mediterraneo dove si pratica con più intensità la pesca a strascico, particolarmente distruttiva per gli ecosistemi di fondo. La perdita e frammentazione degli habitat, dovuta ad esempio all’erosione delle coste e al mattone selvaggio, e i cambiamenti climatici sono una delle concause che favoriscono la diffusione delle specie aliene e invasive. L’Ispra stima che ad oggi 42 nuove specie ittiche sono state osservate nei mari italiani.

Azioni concrete di prevenzione e sensibilizzazione 

Secondo il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani “il problema dei rifiuti marini costituisce un’emergenza ambientale di scala mondiale e, per risolverla, è urgente mettere in atto azioni concrete puntando, sempre di più, su politiche di prevenzione e sensibilizzazione, su una corretta gestione dei rifiuti e coinvolgendo cittadini e giovani generazioni. Da anni Legambiente riserva alla tutela del mare e delle sue coste un impegno continuo e costante attraverso numerosi progetti, iniziative di volontariato ambientale, attività didattiche, di educazione ambientale e di citizen scienze. Spiagge e Fondali puliti va proprio in questa direzione”.

 

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