Plastica in mare, ogni anno oltre un milione di vittime animali

Ambiente
Da qui al 2025 in mare finiranno 64 milioni di tonnellate di spazzatura (Getty Images)

Sea Shepherd ha fatto il punto su questo tipo di inquinamento a Lerici, l'Italia è il secondo "produttore" europeo. Mediterraneo da tutelare: vale 5.600 miliardi di dollari – LO SPECIALE SKY

Tra gli 8 e i 10 milioni di tonnellate di spazzatura finiscono in mare ogni anno. Da qui al 2025 arriveranno altri 64 milioni di tonnellate di rifiuti. Il 75% di questi è fatto di plastica, che annualmente, si stima, causa la morte di 1 milione di uccelli e 100mila mammiferi marini.

Sea Shepherd contro la plastica

A fare il punto, durante un convegno a Lerici (La Spezia), è stata Sea Shepherd: Ong statunitense che si occupa della tutela degli ambienti marini e della loro fauna. Durante l'incontro “L'invasione della plastica e la tutela del mare: educazione, ricerca e azione diretta” è stata presentata anche una scultura particolare: un pesce con la pancia piena di rifiuti di plastica, il “basurero” (lo spazzino), dell'artista Margot Bertonati. “Ogni anno la dispersione di plastiche in mare provoca la morte di 100 mila mammiferi e di 1 milione di uccelli, e questo genere di rifiuti colpisce il 43% dei mammiferi marini, il 36% degli uccelli marini e il 100% delle tartarughe, le quali spesso scambiano i sacchetti per meduse e se ne cibano”, ha spiegato Giuliana Santoro, referente spezzina di Sea Shepherd.

Italia secondo produttore europeo

Il 3% della produzione annuale di plastiche finisce in mare. Una “invasione silenziosa”, come la chiama Marco Faimali del Cnr, citato dall'Ansa: “Se filtrassimo un chilometro cubo di acqua del Mediterraneo – dice – troveremmo sino a centinaia di chili di plastica”. Il Mare Nostrum, inoltre, è “una delle zone più problematiche – aggiunge Faimali – stiamo cercando di capire quali saranno gli effetti sull'ecosistema. La plastica è un inquinante che a sua volta assorbe altri inquinanti e fa da vettore”. L'Italia – sebbene il Mediterraneo abbia un valore di 5.600 miliardi di dollari (4.500 miliardi di euro, pari al prodotto marino che è il 20% di quello mondiale) – ha una grande responsabilità nell'incidenza dell'inquinamento: “È il secondo produttore di plastica in Europa”, ricorda ancora l'esperto del Cnr. Prima di noi solo la Germania.

Le spiagge "tutelate" sono più inquinate

Chiudiamo con una curiosità: dal confronto tra spiagge tutelate come Pianosa (Livorno), Palmaria (La Spezia) e San Rossore (Pisa) con altre più frequentate, come ad esempio quelle delle Cinque Terre o Lerici, in Liguria, emerge che nelle prime c'è una concentrazione maggiore di plastica e altri inquinanti. Il motivo? Essendo meno accessibili, è più complicato ripulirle costantemente.  

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