I residui di plastica in mare fanno ammalare i coralli
AmbienteUno studio internazionale, guidato dalla Cornell University e pubblicato su Science, rivela come queste particelle trasportino batteri e microrganismi dannosi per gli organismi che popolano le barriere coralline. LO SPECIALE SKY - UN MARE DA SALVARE
I coralli rischiano di ammalarsi fino a 20 volte di più
Per giungere a queste conclusioni, il gruppo di ricerca ha preso in esame, tra il 2011 e il 2014, circa 124mila coralli di oltre 150 scogliere in Indonesia, Australia, Myanmar e Thailandia. I campioni raccolti hanno rivelato che su un terzo delle barriere analizzate erano presenti residui di plastica. Le concentrazioni maggiori, spiegano i ricercatori, sono state registrate in Indonesia con 25,6 particelle ogni cento metri quadrati. Già in passato, alcune ricerche hanno dimostrato come questa presenza invasiva possa causare stress al corallo, privandolo di luce e ossigeno. Condizioni che rendono questi organismi più vulnerabili e sensibili all’attacco degli agenti patogeni. Gli studiosi della Cornell University, a queste scoperte, hanno aggiunto un’ulteriore peculiarità dannosa: le particelle di plastica, infatti, vengono descritte come dei "camper" del mare, in grado di trasportare batteri e microrganismi. Nello specifico, i ricercatori hanno evidenziato che la presenza di plastica è associata a un aumento anche di 20 volte del rischio di malattie, legate in particolare a patologie di erosione dello scheletro dei coralli.
Aumento del 40% in 7 anni
Nella ricerca si evidenzia come il problema della plastica in mare sia sempre più pressante, anche in rapporto a previsioni tutt’altro che rosee. Attualmente, infatti, soltanto nelle acque delle barriere coralline dell'Asia-Pacifico, fluttuano più di 11 miliardi di particelle di plastica. Secondo alcune proiezioni, entro il 2025 i residui arriveranno a sfiorare quota 16 miliardi, con un incremento vicino al 40% in 7 anni.