Artico sempre più caldo, ghiaccio marino più sottile

Ambiente
Immagine scattata dalla Nasa su Ellesmere Island, Canada, il 30 marzo 2017 (Foto: Getty Images)

Secondo l'agenzia americana Noaa il 2017 è il secondo anno più caldo per temperatura dell'aria nella regione polare. Immagini drammatiche come quella dell'orso polare sfinito e denutrito potrebbero essere sempre più frequenti

Più caldo, meno ghiaccio marino e paesaggio più verde: è "la nuova normalità" dell'Artico secondo la Noaa, l'Agenzia americana per l'Atmosfera e gli Oceani che nel suo dossier annuale evidenzia i segni di una tendenza inarrestabile al riscaldamento della regione polare. L'Artico, affermano gli scienziati, non mostra segni di ritorno verso la regione più gelida degli scorsi decenni e le sue temperature continuano ad aumentare a una velocità doppia rispetto al resto del globo. Il rapporto è una sintesi del lavoro di un team internazionale di 85 ricercatori di 12 Paesi ed è stato presentato nei giorni scorsi al meeting dell'American Geophysical Union a New Orleans.

Ghiaccio marino ai minimi

L'Arctic Report Card 2017 evidenzia che il ghiaccio marino dell'Artico si riduce e si assottiglia sempre di più. L'estensione massima del ghiaccio marino invernale, che viene misurata nel mese di marzo ogni anno, è stata nel 2017 la più bassa mai registrata. Non va meglio all'estensione minima estiva, misurata a settembre: quest'anno ha toccato l'ottavo valore più basso. Lo spessore del ghiaccio marino diventa più sottile di anno in anno: il ghiaccio annuale comprende il 79% della copertura, mentre il ghiaccio pluriennale il 21%. Nel 1985 il ghiaccio pluriennale rappresentava il 45% del ghiaccio marino.  

2017 secondo anno più caldo

Il dossier evidenzia che il 2017 per l'Artico è il secondo anno più caldo dal 1990, dopo il 2016 da record, in termini di temperatura media annuale dell'aria. Sono stati registrati 1,6 gradi centigradi sopra la media del periodo 1981-2010. Oltre i valori medi anche le temperature della superficie marina: di 4 gradi centigradi ad agosto 2017 nei mari di Barents e Chukchi.  

Il paesaggio cambia

Dal 2003, da quando è cominciato questo tipo di misurazione, la Noaa registra anche un aumento nella proliferazione di plancton nell'oceano artico, effetto dello scioglimento primaverile del ghiaccio che permette alla luce del sole di raggiungere gli strati superiori del mare. Non è il solo sintomo di un paesaggio che cambia. La tundra infatti sta diventando più verde: i dati satellitari indicano che nel 2015 e nel 2016 la vegetazione complessiva è aumentata. Crescono piante più grandi e con più foglie, arbusti e alberi prendono il posto di prateria e tundra. L'aumento maggiore negli ultimi trent'anni si è verificato nella regione del North Slope dell'Alaska e sulla penisola di Taimyr in Siberia.

Dov'è la neve?

Per l'undicesimo anno negli ultimi 12, la Noaa rileva una copertura di neve sull'Artico nordamericano al di sotto della media. La neve comincia a sciogliersi anche prima del solito. Al contrario nella parte euroasiatica dell'Artico c'è stata una copertura di neve maggiore nel 2017, per la prima volta dal 2005.

Ambiente: I più letti