Siccità, prosciugato il Lago di Pilato: scomparsi i famosi "occhiali"

Ambiente
Una foto dei due bacini che compongono il Lago di Pilato poche settimane prima del prosciugamento (foto dal profilo Facebook del Parco nazionale dei Monti Sibillini)

Secondo il presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche, Pietro Farabollini, la causa non sarebbe il terremoto di un anno fa, ma le alte temperature e la totale assenza di precipitazioni negli ultimi mesi sui Monti Sibillini

Il lago di Pilato - specchio d'acqua al confine tra Marche e Umbria, famoso anche per la presenza del chirocefalo del Marchesoni, specie di crostaceo unica al mondo - è stato quasi totalmente prosciugato a causa della siccità. A sostenerlo è il presidente dell'Ordine dei geologi delle Marche, Pietro Farabollini che in uno studio analitico ha monitorato il lago per un anno dal sisma del 24 agosto 2016. Dunque, non il terremoto, come da qualcuno ipotizzato, ma alte temperature e totale assenza di precipitazioni sarebbero le cause principali di questo fenomeno, capace di far scomparire i famosi "occhiali" del bacino.

I famosi "occhiali" del lago (per ora) non esistono più

Sarebbe stata dunque la siccità, e non il terremoto di un anno fa, a prosciugare quasi totalmente il Lago di Pilato, uno dei più importanti ecosistemi glaciali relitti dell’Appennino, nel Parco dei Monti Sibillini. A documentarlo è uno studio analitico diffuso da Pietro Farabollini. Il bacino è stato monitorato per un anno a partire dal sisma che ha colpito la regione il 24 agosto del 2016. È stata misurata a più riprese la temperatura del lago e sono state scattate foto a intervalli regolari, in particolare fra giugno e agosto. Proprio in questo intervallo di tempo sarebbe stato registrato un deficit di precipitazioni pari al 60-70%. La conseguenza più evidente sarebbe stata la scomparsa dei famosi "occhiali" che compongono il bacino (che per gran parte della stagione è costituito da due laghi separati). Si tratta di anelli concentrici a quote decrescenti sul fondo delle due conche che ad oggi non esistono più perché evaporati a causa delle temperature elevate e la totale mancanza di precipitazioni, appunto.

La casa di un crostaceo unico al mondo

Oltre alla particolare conformazione geologica, il lago di Pilato è noto anche perché è la casa di una specie di crostaceo unica al mondo: il chirocefalo del Marchesoni. Rinvenuto per la prima volta nel 1954 dal botanico da cui prende il nome, questo crostaceo è caratterizzato da una colorazione rosso corallo e da dimensioni che, in entrambi i sessi, possono andare dai 9 ai 12 millimetri. Un'altra caratteristica del chirocefalo è la sua capacità di adattarsi ad ambienti sottoposti a notevoli stress stagionali. Tanto che, secondo gli esperti, la specie non sarebbe in pericolo, visto che il lago si è prosciugato anche in altre stagioni (soprattutto negli anni '90), ma il crostaceo è riuscito comunque a resistere. Il lago deve il suo nome a una leggenda locale, secondo la quale un carro trainato da alcuni buoi trascinò il corpo del prefetto Ponzio Pilato fino al piccolo specchio d'acqua, famoso nei secoli passati anche perchè luogo frequentato da maghi e fattucchiere.

L'allarme già a giugno

La situazione del bacino glaciale (uno dei pochi nell'Appennino), però, resta comunque preoccupante e l'allarme siccità non è un inedito per questa area. Già a giugno alcuni escursionisti avevano lanciato l'allarme, adombrando l'ipotesi che fosse stato il terremoto - l'epicentro della scossa del 30 ottobre dista solo pochi chilometri - a provocarne il prosciugamento, eventualità che però è stata da subito smentita dagli esperti. E anche questa volta la possibilità è stata esclusa. A inizio agosto del celebre lago restava solo una piccola chiazza azzurra, come testimoniato dalle foto pubblicate dagli appassionati, fino alla scomparsa finale - si spera non definitiva, in vista della prossima stagione autunnale e invernale - del lago.

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