Il Conai compie 20 anni: riciclate 50 milioni di tonnellate di rifiuti

Ambiente
Ammassi di carta riciclata (Getty Images)
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Nel corso dei suoi due decenni di vita, il consorzio nato nel 1997 ha anche evitato l'apertura di 130 discariche e l'emissione di 40 milioni di tonnellate di CO2

Sono 50 milioni le tonnellate di rifiuti di imballaggio riciclate dal Conai nei suoi primi vent'anni di vita. Il dato viene comunicato dallo stesso Consorzio per il recupero degli imballaggi in un rapporto presentato il 18 maggio nel corso dell'Assemblea pubblica a Roma, promossa con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

I numeri del riciclo

Sono numeri importanti quelli che accompagnano il ventesimo anniversario del Consorzio Nazionale Imballaggi. Dal 1997, l'azione dell'organizzazione senza scopo di lucro - alla quale partecipano attualmente migliaia di imprese produttrici in tutta Italia - ha evitato l'apertura di 130 discariche di medie dimensioni e l'emissione nell'aria di oltre 40 milioni di tonnellate di CO2. Nel suo rapporto il consorzio ha anche evidenziato la crescita della quantità di rifiuti riciclati: passati dalle 190mila tonnellate del 1998, primo anno di rilevazione, agli 8,4 milioni di tonnellate del 2016. Significa, a livelli percentuali che solamente l'anno scorso l'attività dell'organizzazione è arrivata a riciclare il 67,1% del totale dei rifiuti di imballaggio presenti nel nostro Paese. Un modello, rende noto il Consorzio, che in 20 anni ha portato il tasso di riciclo dell'Italia a crescere più del doppio rispetto a quella che è la media dell'Unione europea, e a colmare il vecchio divario di 15 punti percentuali che il nostro paese soffriva rispetto al continente. Grazie all'erogazione del contributo del riciclo dei rifiuti di imballaggio, è infatti stato possibile risparmiare, solamente nel 2016, ben 19 TWh (Terawattora) di energia, pari al consumo di ben 11 centrali termoelettriche. Il sistema di riciclo gestito dal Conai e dai consorzi di filiera ha generato nel 2016 benefici per 901 milioni di euro.

Gli obiettivi futuri

"La sfida che siamo chiamati ad affrontare oggi è la transizione da un modello di consumo lineare ad uno circolare per uno sviluppo sostenibile duraturo", ha detto il presidente di Conai, Roberto De Santis. Secondo il dirigente dopo aver concluso l'iter europeo, l'Italia potrà compiere ulteriori passi in avanti e migliorare i risultati di riciclo e recupero dei materiali. Per riuscirci, secondo De Santis, bisogna continuare a tenere fermi i principi del "chi inquina paga", della responsabilità estesa del produttore e dell'universalità del servizio, nonché la natura privatistica e non lucrativa del Consorzio. Il direttore generale del Conai, Walter Facciotto ha invece fatto un bilancio dei vent'anni di attività sostenendo che il Consorzio è riuscito a trasformare un problema ambientale, il conferimento di rifiuti in discarica, in un'opportunità di sviluppo economico per il sistema Paese. “Il settore della gestione dei rifiuti – ha detto Facciotti - conta oggi 6mila imprese e 155mila addetti, e ha continuato a crescere anche in periodo di recessione. A questi numeri dobbiamo aggiungere ulteriori 3mila imprese e 180mila addetti che hanno la loro ragione d'essere proprio nel recupero dei materiali”.

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