Il mercato della auto elettriche non decolla in Italia

Ambiente
In Italia fino a novembre sono state immatricolate solo 1207 auto elettriche. In altri Paesi europei la loro quota di mercato è invece in aumento (Getty Images)
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Sono meno dello 0,1% di tutte le vetture immatricolate nel 2016 nel nostro Paese. In diminuzione rispetto al 2015. Colpa di costi alti, mancanza di incentivi e infrastrutture di ricarica insufficienti

Il mercato della auto elettriche fatica a decollare in Italia. In altri Paesi, come la Francia, le auto elettriche hanno invece una marcia in più. Questo il dato che emerge dall'analisi delle immatricolazioni nel 2016: per l’Italia vengono presi in considerazione i dati aggiornati al mese di novembre dell’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri), per l’Europa quelli dei primi tre trimestri dell’anno forniti dall’Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili.

I dati delle auto elettriche

In Italia nei primi 11 mesi del 2016 sono state immatricolate 1207 auto elettriche, pari allo 0,07% delle immatricolazioni totali. Non solo la quota di mercato è ancora molto bassa, ma si registra anche un calo dell’11,8% rispetto al 2015, quando le immatricolazioni furono 1369, circa lo 0,09% del totale. Pur senza spiccare il volo, le immatricolazioni di auto elettriche aumentano invece fra i 28 Paesi dell’Unione Europea: nei primi tre trimestri 2016 sono state 45.403 contro le 38.502 del 2015, per una crescita del 17,9% in termini di fetta di mercato (i dati si riferiscono ai veicoli esclusivamente elettrici, escludendo i cosiddetti Phev, auto con batterie elettriche ma a propulsione ibrida). A trainare la crescita sono Francia, Regno Unito e Germania, le più ricche di nuovi veicoli, mentre fuori dall’Ue si segnala il caso della Norvegia, che ha immatricolato più di 17mila auto elettriche su circa 115mila totali: più di una ogni sette.

Incentivi auto elettriche

Secondo Gian Primo Quagliano del Centro studi Promotor, la differenza sta nelle politiche di incentivo all’elettrico applicate da Paesi come la Francia, e che mancano in Italia. “Il gap di costo fra un’auto ad alimentazione tradizionale e una elettrica va coperta in qualche modo. Non si può sperare che le persone scelgano in base alla loro coscienza ecologica, accettando di rimetterci dei soldi”. Un altro ostacolo sono i lunghi tempi di attesa per il “pieno” alla batteria, che dura 3-4 ore: “Credo che il mercato delle auto elettriche decollerà solo quando sarà possibile rifornirsi in modo più veloce, sostituendo direttamente la batteria usata con una carica”, conclude Quagliano. L'importanza dei veicoli elettrici è però destinata a crescere, visto che aziende come Google, Tesla, Uber e Apple stanno sviluppando automobili elettriche dotate di intelligenza artificiale per la guida automatica.

 

Colonnine di ricarica

“Il problema è che le auto elettriche possono svilupparsi solo con un adeguato piano delle stazioni di ricarica”, afferma Romano Valente, direttore generale dell’Unrae a proposito dei sistemi di rifornimento. La rete di “colonnine di ricarica”, infatti, non è diffusa in modo capillare sul territorio nazionale e questo non incoraggia gli acquirenti. “Siamo in attesa della concreta applicazione del Pnire (Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica): il piano prevede misure e risorse necessarie per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica e quando sarà attuato costituirà un forte stimolo alla circolazione ad alimentazione elettrica”. Anche per Valente è soprattutto un problema di scelte politiche: “In Italia l’esenzione dal bollo per cinque anni è l’unico incentivo all’acquisto, mentre la Francia ha attuato una politica di incoraggiamento che sta dando i suoi frutti. La municipalità di Parigi, per dare il buon esempio, ha rifornito il suo parco auto con centinaia di modelli elettrici".

L’alternativo non decolla

Diverse interpretazioni sono possibili invece per i dati relativi ai veicoli alternativi in generale. L'Italia, in questo segmento, è il Paese che può vantare il più alto numero di immatricolazioni in Europa nei primi tre trimestri del 2016, grazie a una quota relativamente alta di auto a metano, Gpl ed etanolo. La percentuale di questi veicoli sul totale delle immatricolazioni italiane è comunque in calo: nel 2016 solo il 12% delle nuove auto ha un’alimentazione ibrida, elettrica, a Gpl o metano (erano quasi il 15% nel 2015). I combustibili alternativi, in particolare, hanno visto restringersi la quota di mercato perché con il costo del petrolio di nuovo basso non danno la stessa percezione di economicità che garantivano negli anni precedenti. Per il direttore dell’Unrae i veicoli elettrici costituiscono comunque il futuro, ma la rivoluzione avverrà in modo graduale: “Nei prossimi anni prenderà piede una mobilità orientata all’ambiente, alle persone, che azzeri il numero degli incidenti, quindi elettrica, condivisa, connessa e autonoma. Ma un cambiamento su larga scala avrà bisogno di una cabina di regia della mobilità in Italia e di politiche mirate da parte delle istituzioni”.

 

 

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