Giappone, negli aeroporti arriva il riconoscimento facciale

Tecnologia
Anche nella stazione di Berlino Südkreuz si sta testando il riconoscimento facciale (Getty Images)
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Scanner per analizzare il viso dei viaggiatori saranno installati in cinque scali. Serviranno ad aumentare la sicurezza e sveltire le procedure d'imbarco

Riconoscimento facciale: è questa la tecnologia su cui punta il governo giapponese per sveltire le procedure d'imbarco e garantire una maggiore sicurezza. Nel 2018 sarà introdotta in alcuni tra i maggiori aeroporti del Paese. Per poi entrare a regime nel 2019. Lo ha annunciato il ministero della Giustizia nipponico.

Come funziona il riconoscimento facciale

Il riconoscimento facciale dovrebbe rendere automatico il passaggio attraverso i gate d'imbarco. Una macchina analizzerà il viso dei viaggiatori e confronterà i tratti somatici con quelli della foto sul passaporto (memorizzata grazie a un chip). Se le immagini corrisponderanno, il gate si aprirà. Al momento, questa tecnologia è già applicata nell'aeroporto Haneda di Tokyo ed è utilizzata per verificare l'identità di cittadini giapponesi di ritorno da viaggi oltreoceano. Nel 2018, gate simili a quelli della capitale dovrebbero trovare posto negli scali di Narita, Kansai, Chubu e Fukuoka. In tutto, il piano prevede l'installazione di 137 gate basati sul riconoscimento facciale.

Gli obiettivi del piano

Servono ancora test e sviluppi: le autorità gipponesi devono, infatti, chiarire come raccoglieranno le informazioni presenti nei chip dei passaporti elettronici di Paesi differenti. E, come ammesso dallo stesso ministero di Giustizia, occorre perfezionare il riconoscimento facciale per azzerare gli errori. Al netto di questi ostacoli tecnici, il governo prevede un'applicazione su vasta scala dall'aprile 2019. Il riconoscimento facciale, al contrario di quanto avviene oggi nell'aeroporto di Tokyo, sarà utilizzato per i voli da e per l'estero di cittanini stranieri. L'obiettivo è duplice: garantire una maggiore sicurezza e sveltire le procedure. Questo secondo traguardo è coerente con un altro target individuato dal governo giapponese: aumentare il numero dei visitatori esteri a 40 milioni l'anno nel 2020 e a 60 milioni nel 2030.

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