Riconoscimento facciale in Francia contro gli studenti distratti

Tecnologia
Un software di riconoscimento facciale (Archivio Getty)
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Si chiama Nestor ed è il software che verrà utilizzato a partire da settembre presso l'ESG Business school per individuare gli alunni disattenti

Nelle aule del prossimo anno scolastico entrerà anche il riconoscimento facciale, al fine di individuare gli studenti distratti. O almeno è quanto accadrà alla PSB Business School di Parigi, dove a partire dal prossimo settembre sarà introdotto per due classi online il software Nestor, grazie al quale si potranno scovare gli alunni disattenti, per rendere più produttive le lezioni.

 

Come funziona il software di riconoscimento facciale

Nestor - presentato recentemente a New York in un evento organizzato dalle Nazioni Unite - analizza il movimento degli occhi e le espressioni facciali in modo da comprendere se gli studenti stanno ponendo attenzione alle lezioni video. Non solo: il software di riconoscimento facciale sarà in grado di segnalare al professore quando l'attenzione generale cala e presenterà quiz sui contenuti delle lezioni per intrattenere la classe nei momenti di inattività. Marcel Saucet, fondatore dell'azienda LCA Learning che ha realizzato Nestor, ha dichiarato che tale tecnologia prima sarà sperimentata con gli studenti che assistono alle lezioni in remoto e successivamente sarà testata anche nelle classi "ordinarie": in queste aule con la presenza fisica degli alunni, il software manderà loro delle notifiche quando perderanno l'attenzione.

 

Le prospettive nella didattica

Nestor non è l'unico strumento tecnologico che aiuta i docenti nelle lezioni in remoto. Ad esempio, l'IE Business School di Madrid ha recentemente introdotto le lezioni in remoto con un professore che rimane davanti a diversi schermi dove gli alunni seguono le classi a distanza. È proprio sulle lezioni a distanza che più si misura l'efficacia dei software come Nestor, spiega Saucet: "Il problema dell'e-learning è che al momento ancora non funziona come strumento didattico". E questo perché non c'è reale monitoraggio degli studenti. Inoltre, i promotori dell'intelligenza artificiale affermano che questi software potrebbero essere usati come tutor per i ragazzi o addirittura come docenti digitali che possano affiancare gli studenti durante tutta la loro vita scolastica.

 

I limiti dell'intelligenza artificiale nelle scuole

Rose Luckin, professoressa all'University College London Knowledge Lab, ha descritto le innovazioni di questo tipo di tecnologie e i limiti intrinseci: "Credo che questo tipo di software potrebbe avere un grande impatto sull'educazione, ma penso che ciò che sta succedendo è guidato dall'innovazione tecnologica e non dall'avanzamento scientifico e questo è un aspetto problematico". In sintesi, Luckin sostiene l'adozione di software come Nestor per le classi in remoto ma non per quelle ordinarie basate sulla presenza fisica degli studenti, perché gli strumenti di intelligenza artificiale hanno grandi limiti applicativi in ambito pedagogico. E soprattutto la Luckin appoggia quanto detto anche da Saucet: "Il contatto umano (in ambito didattico, ndr) non dovrà mai sparire: ci saranno sempre in classe i professori".

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