Festival del Giornalismo: Facebook contro le fake news

Tecnologia
Il social network ha preso posizione contro le "bufale" in Rete (Getty Images)
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La piattaforma punta il dito contro chi produce informazioni infondate e sta creando strumenti per identificare i falsi domini e interrompere i legami finanziari tra le "bufale" e chi va a caccia di click

Facebook va alla guerra. Il nemico? Le fake news. Da tempo si discute sul tema, alquanto complesso, delle notizie false che girano sulle piattaforme social e, seppur in modo diverso, le grandi aziende del settore stanno cercando di correre ai ripari. Lo ha ribadito con forza anche Aine Kerr, manager global journalism partnerships di Facebook, durante un convegno al Festival del giornalismo di Perugia: "Non vogliamo che la nostra piattaforma pubblichi informazioni false perché questo va contro il nostro spirito, non vogliamo contenuti che ci danneggiano. In qualche modo abbiamo delle responsabilità per il modo in cui si usa il social, se consideriamo come è strutturata la nostra piattaforma, ma tutti insieme dobbiamo trovare soluzioni con un approccio creativo ed innovativo".

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Facebook lancia anche in Italia lo strumento contro le fake news <a href="https://t.co/kZcLV4R8ks">https://t.co/kZcLV4R8ks</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/tecnologia?src=hash">#tecnologia</a> <a href="https://t.co/sCOXhBOVqf">pic.twitter.com/sCOXhBOVqf</a></p>&mdash; Sky TG24 (@SkyTG24) <a href="https://twitter.com/SkyTG24/status/850058308341743616">6 aprile 2017</a></blockquote>

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Lotta ai falsi domini - "Facebook deve essere un luogo in cui si partecipa a discussioni responsabili e in cui si confrontano comunità informate. Le informazioni false danneggiano la nostra azienda", ha aggiunto Aine Kerr al Festival. L'esponente del social network ha sottolinenato come si stiano creando strumenti per identificare i falsi domini e interrompere i legami finanziari tra false notizie e agenzie pubblicitarie che vanno a caccia di click. Il suo ragionamento si è poi esteso verso un orizzonte più ampio per analizzare il problema: "Il mondo dell'informazione - ha aggiunto - si è fatto prendere la mano dall'offerta senza pensare a come creare la domanda". E anche su questo sono in corso valutazioni alla ricerca di possibili soluzioni: "Non ci fermeremo fino a quando non aggiusteremo le cose".

 

Non solo Facebook - Durante il panel non si è parlato solo del ruolo delle grandi piattaforme, ma hanno trovato spazio anche iniziative trasversali come quella a cui collabora Alexios Mantzarlis, membro del "Poynter Institute", un'organizzazione mondiale che si occupa di fact checking di notizie: "Abbiamo sottoscritto un codice etico internazionale fondato su trasparenza ed etica. Bisogna fare sempre grande attenzione quando si ha a che fare con la verità. Ma il nostro impegno è rivolto anche alle grandi aziende; ad esempio abbiamo scritto una lettera a Facebook che è servita a far potenziare il filtro anti notizie false utilizzato dalla piattaforma". Craig Silverman, media editor di "Buzzfeed News", ha invece sottolineato la differenza tra le notizie false create consapevolmente per fare soldi (fake news) e quelle confezionate per motivi ideologici o politici (propaganda), evidenziando inoltre come il problema sia peggiorato nel tempo. Tra le soluzioni a questa overdose di disinformazione, Mantzarlis ha chiesto di "migliorare lo strumento del fact checking".

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