Il rocker 67enne ha collaborato alla canzone "That’s what makes us great" che riprende lo slogan della campagna presidenziale di Trump e lo attacca senza nominarlo
Bruce Springsteen ha collaborato con il chitarrista Joe Grushecky a una canzone anti-Trump dal titolo "That’s what makes us great”, letteralmente “Questo è ciò che ci rende grandi”.
La canzone riprende lo slogan della campagna di Trump
Il pezzo – scritto da Grushecky (ex dei "The Houserockers" che ha poi intrapreso la carriera da solista) e scaricabile dal suo sito – è uscito mercoledì 19 aprile e attacca Trump senza però mai nominarlo. Lo stesso titolo è un chiaro riferimento allo slogan della campagna del presidente statunitense, "Make America great again", ripreso anche durante la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca.
I passaggi fondamentali del pezzo
Il Boss, 67 anni, dà la voce al testo del chitarrista con cui aveva già collaborato in passato e canta, rivolgendosi a Trump: "Non ti vantare con me di non aver mai letto un libro, non mi sono mai fidato di un truffatore e delle sue truffe". La canzone parla anche degli immigrati, altro tema caldo della campagna del candidato repubblicano: "Vengono da ovunque avidi di libertà", dice un verso prima del ritornello, dove i due cantano in coro che "L'amore può superare l'odio, lo so che è vero, è questo ciò che ci rende grandi". Springsteen, che negli anni si è fatto spesso portavoce della classe operaia, sedotta dalle promesse del tycoon, aggiunge: "Non te ne uscire con una menzogna vendendomela come fatto".
New Single "That's What Makes Us Great" JG & Houserockers with Bruce Springsteen premiers on EStreet Radio tomorrow morning.!!!!!! pic.twitter.com/W0hyMOU372
— Joe Grushecky (@JoeGrushecky) 18 aprile 2017
"Bruce si è subito innamorato della canzone"
Springsteen e Grushecky non sono i primi artisti a sollevarsi contro Trump. Come dichiarato dal chitarrista al quotidiano “Pittsburgh Post-Gazette”, è stato lui stesso a proporre il pezzo al Boss, che – a suo dire – “lo ha subito amato”. “Che ne diresti di cantarlo? – è stata quindi la proposta di Grushecky – e lui ha aggiunto il suo inconfondibile tocco”.