Australia, al via la spedizione alla scoperta degli abissi marini

Scienze
Nelle aree abissali le specie animali raggiungono "forme evolutive uniche" (Getty Images)
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Un team, composto da 40 ricercatori di 14 istituti scientifici, esplorerà e filmerà i fondali a largo della costa orientale australiana. L’obiettivo è studiare questo habitat e scoprire nuove specie animali

Una spedizione internazionale di scienziati marini è partita da Launceston, in Tasmania, per andare alla ricerca di specie animali finora sconosciute negli abissi a largo della costa orientale australiana. Il team, composto da 40 ricercatori provenienti da 14 istituti scientifici di sette Paesi, sarà guidato dal "Museums Victoria" ed è salpato a bordo della nave "Investigator". L’obiettivo è quello di esplorare e filmare le profondità che iniziano dai confini della piattaforma continentale dell'Australia per rivelare l'esistenza di nuovi animali. Secondo una stima fatta dagli studiosi, circa la metà delle specie che incontreranno saranno sconosciute o almeno mai avvistate in acque australiane.

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Fino a 4mila metri sotto la superficie

La missione, che è stata chiamata "Sampling the abyss" (Campionamento degli abissi), durerà un mese, periodo durante il quale gli scienziati raccoglieranno campioni di pesci, stelle marine, granchi e vermi fino a 4mila metri sotto la superficie. "L'abisso - ha dichiarato al sito del museo Tim O'Hara, lo scienziato-capo di Museums Victoria - è l'habitat più grande e più profondo del pianeta, che riguarda metà degli oceani del mondo e un terzo del territorio australiano, ma rimane l'ambiente più inesplorato sulla Terra". Con questa spedizione, i ricercatori per la prima volta avranno la possibilità di studiare la biodiversità di queste aree abissali dove le condizioni di vita hanno costretto le specie animali che le abitano a delle "forme evolutive uniche per sopravvivere". A queste enormi profondità, infatti, è così buio che - come ha spiegato lo scienziato - le creature spesso non hanno occhi o producono una propria luce attraverso la bioluminescenza. Per far fronte alla scarsità di cibo, invece, molte specie sono di piccole dimensioni e si muovono lentamente. Altri addirittura, ha aggiunto O'Hara, rimangono immobili per gran parte della loro vita in attesa di poter colpire le prede che gli si avvicinano con le loro spine o con un morso velenoso.

Mappatura dei fondali

"I dati raccolti in questo viaggio - ha dichiarato O'Hara - saranno fondamentali per comprendere gli habitat degli abissi che circondano l’Australia orientale, la loro biodiversità e i processi ecologici che li sostengono". I risultati, secondo lo scienziato, contribuiranno alla conservazione e alla gestione di questo ecosistema, proteggendolo "dagli impatti del cambiamento climatico, dell'inquinamento e di altre attività umane". Il team di ricerca, oltre a studiare la biodiversità, eseguirà per la prima volta una mappatura del fondale marino inclusi i vulcani e le valli presenti: "Nessuno ha mai fatto ricognizioni di queste aree, che pure distano dalla costa appena 100 chilometri", ha concluso Tim O'Hara. 

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