Scott e Mark Kelly, i gemelli astronauti non sono più identici

Scienze
Scott Kelly (Getty Images)

Dopo una missione di 340 giorni sulla Stazione spaziale internazionale, gli esami effettuati su Scott hanno evidenziato differenze genetiche rispetto al fratello, rimasto sulla Terra

I gemelli spaziali non sono più identici: un anno trascorso sulla Stazione Spaziale ha modificato il Dna di Scott Kelly. Lo indicano i risultati preliminari della missione della Nasa nella quale per 340 giorni, fra il 2015 e il 2016, tutti i parametri vitali di Scott, insieme al suo materiale genetico, sono stati confrontati con quelli del suo gemello Mark, rimasto a Terra.

 

La missione – I risultati preliminari dei test effettuati sui parametri vitali e sul materiale genetico di Scott durante il suo soggiorno nello spazio dimostrerebbero quindi alcuni cambiamenti rispetto a quelli del suo gemello Mark. Le analisi, riportate sul sito della rivista Nature, sono state condotte sotto la guida del genetista Christopher Mason, della Cornell University di New York, che le ha presentate nel corso del convegno sul Programma di Ricerca Umano della Nasa organizzato a Galveston, Texas.

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">1st results of <a href="https://twitter.com/NASA">@NASA</a>&#39;s Twin Studies w myself &amp; <a href="https://twitter.com/ShuttleCDRKelly">@ShuttleCDRKelly</a> are out. Turns out we are related! But there&#39;s more: <a href="https://t.co/Ov8zV995QR">https://t.co/Ov8zV995QR</a> <a href="https://t.co/hfAG2s6MMw">pic.twitter.com/hfAG2s6MMw</a></p>&mdash; Scott Kelly (@StationCDRKelly) <a href="https://twitter.com/StationCDRKelly/status/825471683305807878">28 gennaio 2017</a></blockquote>
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I primi dati – Dopo la pubblicazione dell'articolo su Nature lo stesso professor Mason ha precisato il fatto che si tratti di dati freschissimi, “appena usciti dalle macchine per il sequenziamento", ha detto il genetista. In attesa che l'enorme mole di informazioni raccolte venga raccolta, studiata e quindi pubblicata in uno studio definitivo, i ricercatori fanno comunque sapere che si tratta di uno studio senza precedenti e che fornirà elementi preziosi per organizzare i futuri lunghi viaggi per Marte senza rischi per gli astronauti.

Tuttavia, secondo quanto si è appreso dai primi elementi d'indagine, sembrerebbe che i cambiamenti osservati nell'attività dei geni di Scott, 52 anni, presentino diverse analogie con quelli che sulla Terra sono dovuti a particolari condizioni di stress. Circostanza, questa, causata da contingenze proprie dello spazio come l'assenza di gravità, il consumo di cibo liofilizzato e lo sconvolgimento del ciclo veglia-sonno. Tutti cambiamenti che avrebbero innescato forti meccanismi di difesa nelle cellule del gemello in missione.

 

Alterazioni cromosomiche – Alcune mutazioni intervenute sull'organismo di Scott avrebbero infine riguardato l'estremità dei cromosomi, dette telomeri, che hanno il potere di influire sulla longevità degli individui. A differenza di quanto ci si aspettava alla vigilia del viaggio, in Scott i telomeri hanno subito un processo di allungamento rispetto a quelli del gemello Mark.

Per Susan Bailey, biologa della Colorado State University, è “il contrario di quello che pensavamo”. Una volta rientrato alla base i valori dei cromosomi di Scott sarebbero poi ritornati ai livelli precedenti al lancio, dando vita a un processo che i ricercatori stanno ancora studiando.

L'esperimento ha inoltre mostrato che anche una particolare modifica chimica del Dna, chiamata metilazione, in Scott è diminuita durante il volo, mentre è aumentata in Mark nello stesso periodo. In entrambi, poi, la metilazione è tornata ai livelli precedenti al lancio: un altro cambiamento il cui significato resta da chiarire, così come molti altri aspetti di una ricerca che durerà altri quattro anni.

 

 

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