Elezioni Comunali 2018: a Vicenza eletto Rucco del centrodestra

Politica
Il nuovo sindaco di Vicenza Francesco Rucco (al centro) in campagna elettorale insieme a Zaia e Salvini (Ansa)
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In candidato sostenuto da Lega, Fi e FdI, dopo un testa a testa con lo sfidante del centrosinistra, si aggiudica con il 50,63% dei voti la poltrona di primo cittadino della città veneta, dove era assente dalla corsa il M5s. RISULTATITUTTI GLI AGGIORNAMENTI

La città di Vicenza, uno dei 46 Comuni chiamati alle urne in Veneto per le amministrative, ha eletto il nuovo sindaco. Il candidato del centrodestra Francesco Rucco, quando sono state scrutinate tutte le 112 sezioni, ha ottenuto il 50,63% dei voti, battendo Otello Dalla Rosa, candidato del Pd, sostenuto anche da quattro liste civiche, che si è fermato al 45,86% delle preferenze. Gli altri quattro candidati in corsa hanno terminato molto staccati. A Vicenza il grande assente è stato il Movimento 5 stelle, che non si è presentato alle urne. L’affluenza definitiva, alle ore 23, è stata del 55,79%, contro il 62,63% della scorsa tornata.

I RISULTATI - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

Il voto

Gli aventi diritto al voto a Vicenza erano 87.225 e la votazione si è svolta in 112 sezioni elettorali. L’eventuale ballottaggio si terrà fra due settimane, il 24 giugno.

I candidati sindaco

Per la carica di sindaco del comune di Vicenza in corsa c'erano sei candidati: il nuovo sindaco Francesco Rucco guidava la coalizione di centrodestra (Forza Italia, #RuccoSindaco, Lista Cicero, Vicenza ai Vicentini - Il Popolo della Famiglia, Fratelli d’Italia, Lega). Lo sfidante sconfitto Otello Dalla Rosa era invece a capo della coalizione di centrosinistra (Partito Democratico, Quartieri al centro, Da adesso in poi, Coalizione Civica per Vicenza, Vinova). Gli altri in lizza erano Andrea Maroso per la lista Siamo Veneto, Leonardo Bano per la lista No privilegi Politici, Franca Equizi per il Grande Nord e Filippo Albertin per Potere al Popolo. Grande assente delle elezioni nel Comune veneto era il Movimento 5 stelle, dopo che da Roma è stata negata agli attivisti vicentini la possibilità di utilizzare il simbolo del partito, di fatto impedendo loro di candidarsi.

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