Centrodestra: "A noi Senato, a M5s Camera". 5 Stelle: no a indagati

Politica
Le aule del Senato e della Camera

Berlusconi, Salvini e Meloni si sono riuniti a Roma: FI chiede presidenza di Palazzo Madama. La coalizione propone ai pentastellati quella di Montecitorio. Giulia Grillo: "Non voteremo indagati o sotto processo". Il segretario leghista: "Servono nomi condivisi da tutti"

La presidenza del Senato al Centrodestra, quella della Camera al Movimento 5 stelle. È questa la proposta di Forza Italia, Lega e FdI arrivata al termine di un vertice che si è tenuto a Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi, a cui hanno partecipato Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ma dai 5 Stelle è arrivato un parziale veto: "Non voteremo persone indagate o sotto processo", ha detto la capogruppo M5s alla Camera Giulia Grillo. Il segretario leghista Salvini ha ribadito che "devono esserci nomi e cognomi condivisi da tutti".

L'incontro a Palazzo Grazioli

Dall’incontro del centrodestra è emerso che la presidenza di Palazzo Madama spetterebbe a FI, in una logica di coalizione condivisa. Il nome che circola è quello di Paolo Romani, attuale capogruppo azzurro al Senato. La sua candidatura è stata approvata da tutto lo stato maggiore del partito durante l'incontro con gli alleati. Ma non sarebbe l’unico nome in pista. Nella rosa, sembra, anche Anna Maria Bernini, vice-presidente dei senatori nella passata legislatura.

Centrodestra: “A M5s presidenza della Camera”

Le trattative per la presidenza di Camera e Senato, dopo il voto del 4 marzo, proseguono da giorni. E coinvolgono sia il centrodestra che il M5s. Ai pentastellati si sono rivolti i leader di FI, Lega e FdI, al termine dell’incontro nella residenza romana di Berlusconi. "Il centrodestra propone un comune percorso istituzionale che consenta alla coalizione vincente (il centrodestra) di esprimere il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare M5s il presidente della Camera. A tal fine anche per concordare i nomi i leader del centrodestra invitano le altre forze politiche ad un incontro congiunto domani", si legge in una nota congiunta. Il Pd ha già replicato che non parteciperà "a incontri i cui esiti sono già scritti".

Logica di coalizione nel centrodestra

La nota prosegue con le indicazioni sulle vicepresidenze: "Il centrodestra riconosce in ciascun ramo del Parlamento un vicepresidente a ogni gruppo parlamentare che non esprima il presidente". La decisione di scegliere un nome di Forza Italia per la presidenza di Palazzo Madama va incontro a quello che Giorgia Meloni predica da tempo, e cioè che in una logica di coalizione, essendo Salvini il candidato premier, gli altri incarichi vadano divisi tra le altre forze del centrodestra. Quanto al leader della Lega, i presenti alla riunione hanno evidenziato come il segretario del Carroccio sia assolutamente determinato nel voler essere il presidente del Consiglio.

Il veto del M5s

La proposta del centrodestra ha però ricevuto subito un parziale veto dal M5s: "Vogliamo dare il via a questa legislatura, per questo ci siamo confrontati e continueremo a farlo con tutte le forze politiche", ha detto la capogruppo M5s alla Camera Giulia Grillo. "Allo stesso tempo però non veniamo meno ai nostri principi, per cui non voteremo persone indagate o sotto processo. Gli italiani hanno bisogno di risposte ai loro problemi, concentriamoci su quello".

Salvini: servono nomi condivisi da tutti

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato il veto del M5s dicendo che "devono esserci nomi e cognomi condivisi da tutti. Ogni partito può avere nomi e cognomi condivisi da tutti”. Salvini ha spiegato che la Lega non ha "fatto nomi ma abbiamo sancito un principio democratico secondo il quale ognuno dei partiti abbia una presenza tra presidenti e vicepresidenti: spero che nessuno si tiri fuori. I nomi sono gli ultimi che mi interessano”. Salvini ha aggiunto che “se serve a concludere un accordo e far partire il Parlamento prima possibile, posso tranquillamente fare a meno della presidenza del Senato. Per quanto riguarda il Governo si parte dal centrodestra che ha vinto le elezioni".

Attese riunioni per Pd e M5s

Mentre nel centrodestra si prova a trovare nomi che soddisfino tutti, anche il Partito democratico e il Movimento 5 stelle hanno in programma di riunirsi per discutere la questione delle presidenze delle Camere. I dem si incontrano nella serata del 21 marzo, con un vertice al Nazareno. Alla riunione dovrebbero esser presenti i dirigenti nazionali del partito, dal reggente Martina, ai leader della minoranza Emiliano e Orlando. Dovrebbero partecipare inoltre Franceschini, Delrio, Guerini, Rosato, Zanda, Orfini. Non ci saranno, secondo quanto emerso, Matteo Renzi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Domani, 22 marzo, invece, a quanto si apprende da fonti parlamentari, il M5s riunirà i gruppi parlamentari di Camera e Senato. L'assemblea si terrà alle ore 13 e dovrebbe avere, tra i punti all'ordine del giorno, la questione delle presidenze delle Camere. Intanto Beppe Grillo, sul suo blog, ha scritto che “siamo tutti sulla stessa barca. Non possiamo fermarla o rallentarla, possiamo però orientarla, decidere che direzione farle prendere”.

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