Ostia, analisi del voto: elettori Pd e sinistra hanno scelto il M5s

Politica
L'entrata di un seggio elettorale a Ostia (archivio LaPresse)
LaPresse-Ostia

Lo studio dell'Istituto Cattaneo di Bologna spiega la vittoria della candidata grillina, Giuliana Di Pillo, al ballottaggio di domenica 19 novembre. Merito di un partito trasversale che, però, non riesce a sconfiggere l'astensionismo

"Perché il M5s ha vinto a Ostia?". Questo il titolo dell'analisi, pubblicata il 22 novembre, con cui l'Istituto Cattaneo di Bologna ha analizzato il voto del ballottaggio che ha portato Giuliana Di Pillo del Movimento 5 Stelle a conquistare la presidenza del X municipio romano.

I voti del Pd confluiti al M5s

La ricerca coordinata da Marco Valbruzzi, Marta Regalia e Michelangelo Gentilini, ha analizzato i flussi di voto nella città laziale fra il primo turno del 5 novembre e il secondo turno del 19 novembre. La lettura dei numeri ha portato a osservare che gli elettori che al primo turno avevano scelto il Pd o i candidati di sinistra alternativa o civica, al ballottaggio hanno poi premiato la candidata del Movimento 5 Stelle, Di Pillo. Secondo l'Istituto Cattaneo, infatti, la maggioranza degli elettori del Pd, pari al 62%, non è andato a votare, ma fra chi non si è astenuto quasi tutti hanno votato il Movimento 5 Stelle. Solo il 3,9% di loro, infatti, ha scelto il centrodestra. 

Gli elettori di CasaPound

L'analisi dell'istituto bolognese passa poi in rassegna il comportamento degli elettori di CasaPound, il movimento di estrema destra su cui si sono concentrate le cronache politiche del pre-voto, per la questione legata al presunto appoggio ottenuto dal clan Spada. Secondo i dati pubblicati, CasaPound ha avuto un exploit nelle elezioni ostiensi, ma non pochi dei suoi elettori hanno scelto di appoggiare Di Pillo al secondo turno. L'analisi evidenzia che la metà dei voti di CasaPound, il 48,7%, al ballottaggio sono confluiti sulla candidata del centrodestra, Monica Picca. E se il 31,7% degli elettori di CasaPound si è astenuto al ballottaggio, il dato non trascurabile, secondo gli analisti, è stato quello dei voti confluiti sulla candidata grillina, pari al 19,6% dell'elettorato del partito guidato da Gianluca Iannone.

Il potere del M5s e l'astensionismo

Dati alla mano, fanno sapere dal Cattaneo, il M5s si conferma anche in questa tornata elettorale una "perfetta macchina da ballottaggio", capace di attirare consensi in modo trasversale. Ma se la vittoria del movimento di Grillo è un dato chiaro, altrettanto lo è quello riguardante l'astensionismo. Secondo gli statistici, infatti, coloro che non vanno più a votare rappresentano una parte crescente dell'elettorato italiano che risulta ormai irraggiungibile anche dal M5s, che in questi anni più di ogni altro ha incarnato lo spirito di protesta. A dimostrazione di questa tesi ci sarebbero i voti persi, già al primo turno, rispetto al voto amministrativo di un anno fa. "Il M5s - osservano al Cattaneo - prende voti da tutti gli altri partiti, tranne uno: quello, in crescita, dell'astensionismo".

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