Per il ministro dell'Integrazione, Balotelli sarebbe un buon testimonial dell'iniziativa sulla cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. L'attaccante del Milan: "Disponibile a ogni iniziativa tesa alla lotta alle discriminazioni"
A proposito del ddl sullo ius soli Kyenge ha spiegato: "E' difficile dire se riuscirò: per far approvare la legge bisogna lavorare sul buon senso e sul dialogo, trovare le persone sensibili. E' la società che lo chiede, il Paese sta cambiando". "Bisogna lavorare molto per trovare i numeri necessari" ha aggiunto precisando però di non pensare a un eventuale fallimento.
E' "una buona idea" ha poi risposto il ministro a chi le chiedeva se Balotelli potrebbe essere il testimonial di un’iniziativa governativa in questo senso, ricordando come Balotelli sia stato spesso vittima di cori razzisti e, nonostante questo, sia sempre riuscito "a dare un forte contributo all'Italia".
E la risposta di Balotelli alle parole del ministro non si è fatta attendere. "Sono disponibile a ogni iniziativa o proposta che provenga dalle istituzioni, tesa alla lotta al razzismo e alle discriminazioni" ha spiegato in una dichiarazione affidata all'Ansa l'attaccante del Milan.
Balotelli, nato a Palermo da genitori ghanesi, ha ricevuto la cittadinanza italiana solo con la maggiore età. Compiuti i 18 anni infatti i figli di cittadini stranieri hanno un anno di tempo per chiedere la cittadinanza italiana. In questi giorni il Comune di Milano ha inviato 666 lettere ad altrettanti nati nel 1995 da genitori stranieri per informarli del loro diritto.
Le parole di Kyenge hanno però suscitato una dura reazione nel Pdl. "Il ministro Kyenge insiste - dice Maurizio Gasparri - ma una cosa è voler rafforzare le politiche di integrazione garantendo diritti agli immigrati regolari, un'altra imporre lo ius soli. La cittadinanza automatica per il solo fatto di nascere in Italia non è praticabile. L'azione del governo deve piuttosto essere volta a far rispettare le leggi vigenti".
Sulla stessa linea anche Renato Schifani, che chiede al premier Letta di invitare i suoi ministri a una "maggiore cautela" e invita i membri del governo a "evitare proclami solitari".
Dura anche la reazione della Lega, col segretario Maroni che parla di "follia buonista".
La Lega è da sempre contraria allo ius soli, perdurante follia buonista della sinistra riproposta ora dalla neo ministra all'integrazione
— Roberto Maroni (@maroni_leganord) 05 maggio 2013