
Talebani in Afghanistan, rischio emergenza profughi. Quali Paesi li accoglieranno
Dopo la conquista di Kabul, il Paese è di nuovo nelle mani dei milizani. Una situazione che ha costretto migliaia di persone a scappare. Gli altri Stati si dividono tra chi si è già detto disponibile ad accogliere gli afghani in fuga e chi è contrario

Con la presa di Kabul da parte dei talebani, l'Afghanistan si avvia a ritornare sotto l'Emirato islamico. E mentre una parte della popolazione locale cerca una via di fuga dal Paese, è caos allo scalo della capitale, l’aeroporto internazionale “Hamid Karzai”, con incidenti e morti. L'Onu parla di "notizie agghiaccianti di gravi restrizioni ai diritti umani in tutto" l’Afghanistan. “I talebani hanno iniziato a perquisire casa per casa“, puntano a “esecuzioni mirate, la gente a Kabul è terrorizzata”, racconta l’ambasciatore afghano all’Onu Ghulam M. Isaczai
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Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lanciato un appello all’accoglienza dei rifugiati: "Esorto tutti i Paesi ad essere disposti ad accogliere i rifugiati afghani e ad astenersi da eventuali rimpatri". L’appello è stato fatto durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sull'Afghanistan. Guterres ha quindi ricordato "a tutte le parti il loro obbligo di proteggere i civili”
Afghanistan nel caos, la vittoria dei talebani in 10 giorni. LA MAPPA
La situazione rischia di creare un'emergenza profughi. Il portavoce del Pentagono John Kirby, in un'intervista alla Cnn, ha fatto sapere che negli Usa ci sono tre basi militari pronte a ospitare sino a 22mila alleati afghani nelle prossime settimane e ha assicurato che gli Stati Uniti continueranno a lavorare per evacuare il maggior numero possibile di cittadini americani e interpreti afghani nei prossimi giorni
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La situazione rischia di creare un'emergenza profughi. Per il momento i Paesi Ue procedono in ordine sparso. C’è chi si dice disposto ad accogliere gli afghani in fuga e chi invece non vuole sentire ragioni. L’Austria tiene la linea dura e si “blinda”, Albania e Canada sono invece pronti ad aprire le porte a un certo numero di rifugiati

Dieci giorni fa i ministri dell'Interno di Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio e Grecia, in una lettera indirizzata alla Commissione europea, pur riconoscendo la "delicata situazione alla luce del ritiro delle truppe internazionali" avevano chiesto di andare avanti con i rimpatri. Decisione poi invertita alla luce del precipitare della situazione

In Germania, il candidato alla cancelleria di Cdu/Csu, nonché governatore del Nord-Reno Vestfalia Armin Laschet è stato chiaro a proposito della sua posizione: "Credo che non dovremmo diffondere il segnale che la Germania adesso possa accogliere tutti coloro che sono in difficoltà”, riferisce l'emittente Wdr. Secondo Laschet si tratta di assicurare sostegno sul posto"

In Italia la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese ha già assicurato accoglienza. "Siamo in contatto con il ministero degli Esteri e delle Difesa per dare il massimo. Ne abbiamo già accolti 128 e altri erano già in programma entro il 30 agosto. Ci sarà un ulteriore flusso di migranti afghani. So che Unhcr ha dato una quantificazione dei flussi dei prossimi mesi che potrebbero farci preoccupare tenendo conto anche del rischio terrorismo. Noi stiamo monitorando e su questo abbiamo la garanzia da parte di tutte le forze che opereranno al meglio"

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan sembra voler dare ospitalità ai profughi in fuga dall’Afghanistan anche se l’opinione pubblica gli è contro. Erdogan ha garantito che la Turchia ha intensificato i rapporti con il Pakistan nel tentativo di stabilizzare la regione e fermare i flussi di profughi. Ma nella gestione dell’ondata migratoria dall’Afghanistan Erdogan non può permettersi alcun errore: le elezioni del 2023 sono troppo vicine per commettere un passo falso

A questo punto sembra ormai chiaro che la gestione dell’ondata migratoria porterà inevitabilmente alla apertura del confine con Grecia e Bulgaria, soprattutto qualora il flusso di afghani non venga fermato. D’altra parte per gli afghani la Turchia è il perfetto luogo di transito, il lasciapassare per raggiungere l’Europa

Il viaggio per l’Europa, però, è lungo e prevede il superamento di svariati confini e territori, tra cui Iran, le alte montagne al confine con la Turchia, che ha però eretto un muro lungo tutto il confine con Siria, l'Iraq, l’attraversamento dell'intero Paese da Est a Ovest spesso in condizioni disumane, stipati in tir o minibus per cercare di eludere la gendarmeria

Ma quanto costa poter attraversare un confine nella speranza di trovare la salvezza? Per attraversare quello della Turchia ai profughi vengono chiesti fino a 5 mila dollari dai trafficanti in cambio della promessa di un “passaggio” in Grecia su imbarcazioni di fortuna, su gommoni o barche che sfidano intemperie, mare grosso e lunghe distanze, senza alcuna protezione di salvataggio

Ma c’è anche chi preferisce tentare la via della terraferma, intraprendendo lunghissimi viaggi a piedi fino alla riva del fiume Evros, che segna il confine tra Turchia ed Europa. Una volta raggiunta la meta i profughi afghani sperano di poter ottenere lo status di rifugiati. In caso di rifiuto il viaggio proseguirà verso i Balcani

Fino al 2019 era un vigore un accordo con l’Unione Europea che bloccò più di 440 mila migranti irregolari in Turchia, nel 2018 ne “fermò” 268 mila. Quasi la metà dei migranti fermati (45,5% per la precisione) proveniva dal Paese ora in mano ai talebani. Negli ultimi giorni i campi di Bihac e Velika Kladusa, al confine tra Bosnia e Croazia, sono tornati affollati e non sono mancate tensioni con la popolazione locale, mentre la Macedonia del Nord ha dichiarato 30 giorni di stato d'emergenza per le aree di confine con Grecia e Serbia

Il governo dell'Uganda ha dato la sua disponibilità ad accogliere 2mila profughi afghani. Lo ha annunciato il ministro per i Rifugiati, Esther Anyakun, precisando che il via libera è arrivato dopo una espressa richiesta degli Stati Uniti, pronti a farsi carico di tutte le spese di viaggio e ospitalità. Il Paese dell'Africa orientale ha alle spalle una lunga storia di accoglienza di rifugiati, ospitandone attualmente sul proprio territorio circa 1,3 milioni, tutti in fuga da conflitti o altri disastri