Sud Sudan, carestia imminente: metà popolazione a rischio

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Secondo la Fao ignorare le previsioni per il Sud Sudan potrebbe portare a una "tragedia" (Getty Images)
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A sostenerlo è uno studio della Fao, secondo cui il 2018 potrebbe essere "l'anno più duro mai registrato" nel Paese dell'Africa centro-orientale, divenuto nazione nel 2011

Dopo oltre quattro anni di guerra civile, il Sud Sudan rischia di ripiombare nella carestia nel giro di pochi mesi. Nel Paese più giovane del mondo 5,3 milioni di persone – circa il 48% della popolazione – sono in una situazione critica, che potrebbe trasformarsi catastrofica entro la fine del 2018.

L'indagine: 5,3 milioni di persone in emergenza

A sostenerlo è un'indagine condotta da un gruppo di lavoro dell'Organizzazione Onu per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), che ha coinvolto anche funzionari sud-sudanesi. Secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, che cita lo studio, nel Paese dell'Africa centro-orientale quasi la metà della popolazione è già a un passo dalla carestia: sono 5,3 milioni gli abitanti in situazioni di "crisi" o di "emergenza", che rappresentano le fasi 3 e 4 su una scala di 5 punti. La quinta tappa – la completa assenza di cibo, appunto – per molti di loro potrebbe arrivare prima della fine dell'anno. "La situazione è estremamente fragile, e siamo vicini a una nuova carestia – spiega Serge Tissot, rappresentante della Fao in Sud Sudan – le previsioni sono crude. Se le ignoriamo, rischiamo di trovarci di fronte a una tragedia crescente".

Il 2018 potrebbe essere "l'anno più duro"

Il Paese, che nel luglio 2011 ha ottenuto l'indipendenza dal Sudan diventando una nuova nazione, dalla fine del 2013 è precipitato in una guerra civile che coinvolge le diverse etnie in cui è suddivisa la popolazione. Da allora, oltre quattro milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni, dando luogo alla più grande crisi di rifugiati africana da quella del 1994, durante il genocidio in Rwanda. Nel corso del 2017, almeno i due terzi degli abitanti hanno dovuto ricorrere ad aiuti alimentari per far fronte alla malnutrizione e – secondo Alain Noudehou, coordinatore umanitario dell'Onu, che ha parlato durante una conferenza stampa indetta nella capitale Giuba – "ci prepariamo ad affrontare l'anno più duro mai registrato".  

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