Durante il suo Angelus, Bergoglio ha rinnovato il proprio appello sul cambiamento climatico. E nella Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, il Pontefice ha chiesto di "Scongiurare la spirale di violenza"
Le parole di Bergoglio sul clima
Il Papa ha ricordato durante l’Angelus che il 12 dicembre ricorreranno due anni dagli accordi di Parigi sul clima, anniversario che verrà celebrato nella capitale francese con il summit “One Planet” tra il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim e il segretario generale dell’Onu António Guterres. Il Papa spera che questo appuntamento e le altre iniziative simili "favoriscano una chiara presa di coscienza sulla necessità di adottare decisioni realmente efficaci per contrastare i cambiamenti climatici e, nello stesso tempo, combattere la povertà e promuovere lo sviluppo umano integrale".
"I diritti umani fortemente legati al disarmo nucleare"
Nella Giornata Onu per i diritti umani, il Papa ha ricordato che è stato "conferito il Premio Nobel per la Pace alla Campagna Internazionale per abolire le armi nucleari. E questo "sottolinea il forte legame tra i diritti umani e il disarmo nucleare". Infatti, "impegnarsi per la tutela della dignità di tutte le persone, in modo particolare di quelle più deboli e svantaggiate, significa anche lavorare con determinazione per costruire un mondo senza armi nucleari", ha spiegato Francesco.
"Israele, scongiurare spirale di violenza"
Attraverso una nota, Papa Francesco ha anche rinnovato il suo appello per le terre di Israele e Palestina, "alla saggezza e alla prudenza di tutti ed eleva ferventi preghiere affinché i responsabili delle nazioni, in questo momento di particolare gravità, si impegnino a scongiurare una nuova spirale di violenza, rispondendo, con le parole e i fatti, agli aneliti di pace, di giustizia e di sicurezza delle popolazioni di quella martoriata terra". "La Santa Sede - si legge - segue con grande attenzione gli sviluppi della situazione in Medio Oriente, con speciale riferimento a Gerusalemme, città sacra ai cristiani, agli ebrei e ai musulmani di tutto il mondo". La Santa Sede, in questo contesto, "ribadisce la sua ben nota posizione circa il singolare carattere della Città Santa e l'imprescindibilità del rispetto dello status quo. Allo stesso tempo reitera la propria convinzione che solo una soluzione negoziata tra israeliani e palestinesi possa portare ad una pace stabile e duratura e garantire la pacifica coesistenza di due Stati all'interno di confini internazionalmente riconosciuti".