Il presidente statunitense ufficializza la sua decisione e spiega: "È un nuovo approccio". Date disposizioni per trasferire ambasciata Usa da Tel Aviv. Netanyahu: "Pietra miliare". Onu: "Contrari a decisioni unilaterali". Hamas: "Aperte porte dell'inferno"
"E' il momento di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. E' la cosa giusta da fare". Lo storico annuncio di Donald Trump arriva in diretta tv. Un brevissimo discorso dalla Diplomatic Reception Room della Casa Bianca (qui l'integrale) per spiegare che la svolta che manda in soffitta 70 anni di politica estera Usa è "una scelta necessaria per la pace".
Pazienza se il mondo arabo è in fibrillazione, se a Gaza già bruciano le bandiere americane e se Hamas parla di decisione che "ha aperto le porte dell'inferno". E pazienza se dalla comunità internazionale arriva un coro di no compreso quello di Papa Francesco che chiede il rispetto dello status quo. L'unico a esultare è il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che parla di "pietra miliare" e di "decisione storica".
Trump: "Serve un nuovo approccio"
Trump tira dritto per la sua strada, anche a costo di isolare l'America tra i suoi più stretti alleati, e conferma anche che l'ambasciata americana in Israele sarà trasferita da Tel Aviv a Gerusalemme tra sei mesi. "Non si può continuare con formule fallimentari, per risolvere la questione israelo-palestinese serve un nuovo approccio", afferma risoluto il presidente americano. Davanti alle telecamere appare più serio che mai, insolitamente misurato nelle parole, conscio della delicatezza di una mossa che in molti giudicano spregiudicata, se non avventata, e che potrà avere ripercussioni importanti anche sugli interessi americani in Medio Oriente e in tutto il mondo.
Netanyahu: "Una pietra miliare, decisione storica"
Immediata la reazione del premier israeliano Benyamin Netanyahu che ha definito la giornata di oggi "un momento storico", una "pietra miliare" ma anche "un passo verso la pace". Quello di Trump, ha aggiunto, è un atto giusto e coraggioso".
Abu Mazen:"Gerusalemme capitale eterna della Palestina"
"Trump ci porta in guerre senza fine", tuona invece il presidente palestinese Abu Mazen, che vede la decisione di Trump come la "rinuncia degli Usa al loro ruolo di mediatori di pace". 'Gerusalemme "è la capitale eterna dello Stato di Palestina", ribadisce, accusando anche Trump di aver offerto un premio immeritato ad Israele ''che pure infrange tutti gli accordi''e annunciando di aver ordinato alla delegazione diplomatica palestinese di lasciare Washington e di rientrare in patria.
Onu: "Contrari a decisioni unilaterali"
Anche l'Onu si è detto contrario alle decisioi unilaterali. "Solo realizzando la visione di due Stati che convivono in pace e sicurezza, con Gerusalemme capitale di Israele e della Palestina, tutte le questioni sullo status saranno risolte in via definitiva attraverso negoziati, e le legittime aspirazioni di entrambi i popoli saranno raggiunte", ha detto il segretario generale, Antonio Guterres. E ha aggiunto: "Dal mio primo giorno qui mi sono costantemente dichiarato contrario ad ogni misura unilaterale che metta a repentaglio la prospettiva della pace". Ma l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon, ha risposto così: "Nel 1948 il presidente Truman fu il primo leader mondiale a riconoscere lo stato di Israele, e oggi il presidente Trump ha corretto un errore storico riconoscendo Gerusalemme come nostra capitale". Danon ha poi sottolineato che "ora è il momento per tutti gli stati membri delle Nazioni Unite di seguire la guida Usa".
Hamas: "Trump ha aperto le prote dell'inferno"
Dura anche la reazione di Hamas che ha lanciato un avvertimento: riconoscendo Gerusalemme come capitale di Israele, il presidente degli Usa "ha aperto le porte dell'inferno". Secondo Hamas, l'annuncio "è ingiusto" e dunque l'Autorità nazionale palestinese dovrebbe a questo punto annullare gli accordi di Oslo, di riconoscimento fra Olp e Israele. Hamas ha fatto anche appello all'Anp affinché "conceda adesso piena libertà di azione alla resistenza armata" in Cisgiordania. Da parte sua Ismail Radwan, un dirigente di Hamas, ha osservato che nella situazione che si è creata, Hamas ed al-Fatah dovranno cementare al più presto gli accordi di riconciliazione nazionale. A Gaza, intanto, sono iniziati i cortei di protesta, ma già nella giornata di oggi (6 dicembre) in diverse località di questa zona e della Cisgiordania erano state bruciate bandiere americane e si erano formati cortei contro Trump, dove venivano scanditi slogan contro gli Stati Uniti. Intanto, il Dipartimento di stato americano ha invitato tutto il suo personale a non viaggiare in Israele, Gerusalemme e Cisgiordania almeno fino al prossimo 20 dicembre, se non per estrema necessità. C’è infatti il timore che si verifichino episodi di violenze dopo l'annuncio della Casa Bianca.
Gentiloni: "Futuro Gerusalemme è su processo di pace basato su due Stati"
Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, che da Twitter ha detto: "Gerusalemme città santa, unica al mondo. Il suo futuro va definito nell'ambito del processo di pace basato sui due Stati, Israele e Palestina".
Merkel
Contraria anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che attraverso il portavoce Steffen Seibert afferma che "il governo tedesco non appoggia questo comportamento, perchè lo status di Gerusalemme va negoziato all'interno della cornice della soluzione di due Stati".
Macron: decisione americana è "deplorevole"
Dall'Europa arriva inoltre la reazione della Francia, con il presidente Emmanuel Macron, attualmente impegnato in una tournée diplomatica in Algeria e Qatar, che ha fatto sapere che il suo Paese "non approva" la "deplorevole" decisione del presidente Trump.
Opposizione dall’Egitto alla Turchia
Opposizione espressa anche dall’Egitto che "denuncia la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele e respinge ogni effetto di questa decisione", come scrive l'agenzia Mena sintetizzando un comunicato del ministero degli Esteri del Cairo. Una condanna è arrivata anche da Ankara, dove il ministro degli Esteri turco ha scritto su Twitter: "Condanniamo la dichiarazione irresponsabile dell'amministrazione Usa di riconoscere Gerusalemme come la capitale di Israele" che "avrà effetti negativi sulla pace e la stabilità nella regione".