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Catalogna, Puigdemont non torna in Spagna: "Andiamo avanti"

Mondo
Carles Puidgemont si trova in Belgio con altri quattro ex consiglieri del suo governo (Getty Images)

Il presidente destituito non si presenterà in udienza davanti ai giudici. “Lo interroghino in Belgio” dice l’avvocato fiammingo Paul Bekaert. Ma Madrid potrebbe spiccare un mandato di cattura

Carles Puigdemont non torna in Spagna. Il destituito presidente della Generalitat di Catalogna non si presenterà davanti alla Audiencia Nacional che lo ha citato in giudizio per giovedì alle 9.00 per rispondere dei reati di ribellione, seduzione e malversazione di fondi pubblici. "Interrogatelo in Belgio" chiede l'avvocato fiammingo Paul Bekaert. Madrid, però, potrebbe spiccare un mandato di cattura.

Puigdemont: andiamo avanti

"Malgrado le violenze e le minacce passate e presenti, continuiamo a lavorare. Orgoglio di popolo", scrive su Twitter il destituito presidente della Generalitat di Catalogna che si descrive come un "presidente in esilio". Nelle ultime ore, infatti, Puigdemont ha collegato al suo profilo Twitter l'indirizzo "president.exili.eu", che rimanda verso un online dove si presenta ancora come presidente della Catalogna.

No al rientro in Spagna

 La motivazione per la quale Puigdemont non vuole comparire davanti all'Audiencia Nacional (dove è stato invitato a comparire giovedì 2 e venerdì 3 novembre insieme ai membri del suo ormai ex governo) è che "non otterrebbe un giudizio giusto in Spagna", sempre secondo quanto riferisce il suo legale.

Bekaert precisa inoltre che né lui né il suo assistito "hanno fatto richiesta d'asilo" e ribadisce che "lotteranno contro qualsiasi richiesta di estradizione" da parte della Spagna al Belgio. Le richieste avanzate da Puigdemont sono le stesse degli ex consiglieri che si trovano con lui nella capitale belga: Meritxell Borràs, Meritxell Serret, Toni Comín e Clara Ponsatí. Al resto del governo catalano deposto – Oriol Junqueras, Jordi Turull, Raül Romeva, Josep Rull, Carles Mundó, Dolors Bassa, Joaquim Forn e Lluís Puig, rimasti in Catalogna – è invece arrivata la notifica giudiziaria di comparizione al Tribunale Nazionale. 

Le condizioni per l'estradizione

Come ricorda "La Vanguardia", nel caso in cui Puigdemont e i suoi non si presentassero giovedì in tribunale, potrebbe essere emesso per loro un ordine europeo di detenzione e consegna, che obbligherebbe le autorità del Belgio a procedere all'arresto. Si tratta di un sistema semplificato di estradizione, che riduce i motivi di diniego della stessa, messo in piedi tra gli Stati membri dell'Unione europea. Tra i reati per cui è obbligatoria l'estradizione non ci sono quelli di sedizione e ribellione, ma compare l'uso improprio di fondi pubblici, di cui Puigdemont è accusato. Secondo l'ordinamento belga, gli alti dirigenti catalani sarebbero detenuti e messi a disposizione del giudice, che deciderebbe a sua volta se metterli in libertà o tenerli in carcere fino alla decisione sull'ordine di estradizione: gli accusati potrebbero rifiutarsi e poi eventualmente ricorrere contro la decisione del giudice, ritardando il processo di estradizione fino a un limite massimo di 60 giorni. L'ordinamento belga, infatti, prevede la possibilità di rifiutare l'estradizione in casi specifici, per esempio quando questa operazione viola i diritti fondamentali delle persone coinvolte. Molto meno complicata l'ipotesi in cui Puigdemont e gli ex consiglieri accettassero spontaneamente il trasferimento in Spagna, che in tal caso dovrebbe avvenire nei dieci giorni seguenti.

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