Strage di Las Vegas, il killer ha sparato per più di 9 minuti

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Continuano le indagini sulla strage. Attesa la visita di Trump. La polizia spiega che l’assassino l’ha pianificata nei dettagli e ha installato telecamere per controllare agenti. Tornata in Usa la compagna dell'uomo: Fbi la starebbe interrogando

Continuano le indagini sulla sparatoria a Las Vegas, costata la vita a 59 persone (i feriti sono oltre 500). Una strage, ha spiegato la polizia in una conferenza stampa, pianificata nei dettagli e ancora senza un movente. E mentre qualche informazione in più potrebbe arrivare dalla compagna di Stephen Paddock, oggi in città è attesa la visita del presidente Usa Donald Trump.

Il killer ha sparato tra i 9 e gli 11 minuti

Le forze dell’ordine hanno spiegato che il killer ha sparato sulla folla tra i 9 e gli 11 minuti, dalla sua camera al 32esimo piano del Mandalay Bay Resort Casino, prima di suicidarsi. L’uomo, sembra per controllare le mosse della polizia, aveva installato in due corridoi dell’hotel e nella sua suite un sistema di telecamere di sorveglianza. Solo nella sua camera, poi, aveva ammassato 23 tra pistole e mitra, centinaia di munizioni e altro equipaggiamento d'assalto. Aveva inserito una telecamera perfino nello spioncino della porta.

Interrogata la compagna del killer

Lo sceriffo di Las Vegas, Joe Lombardo, durante la conferenza ha definito “persona d'interesse” Marilou Danley, la compagna di Paddock. La donna si trovava nelle Filippine, suo Paese d'origine, al momento del massacro ed è rientrata nelle scorse ore negli Stati Uniti. Ad accoglierla al Los Angeles International Airport gli agenti della Fbi, che la starebbero già interrogando. Nel mirino, in particolare, ci sarebbero le transazioni finanziarie di Stephen Paddock, con i federali che hanno parlato di un bonifico per migliaia di dollari eseguito dall’uomo verso le Filippine una settimana prima della strage. Ancora non si conosce il beneficiario.

Polemica sulle armi

Gli inquirenti hanno spiegato che 12 dei mitra ritrovati nella suite del killer erano dotati un “bump stock”, un dispositivo che consente di sparare centinaia di colpi al minuto, proprio come una mitragliatrice. Un dispositivo legale negli Stati Uniti. La sparatoria più sanguinosa della storia Usa ha riaperto le polemiche sulle armi. Il presidente Trump e il leader di maggioranza in Senato, il repubblicano Mitch McConnell, nonostante il pressing dei democratici, hanno escluso una discussione su una stretta nei controlli sulla vendita di armi, definendola “prematura”. “Parleremo di legge sulle armi più avanti”, ha detto ai cronisti Donald Trump, che oggi è atteso a Las Vegas con la moglie Melania. Il presidente ha liquidato l’assalitore come una persona “molto malata, un demente”, dimenticando però che in febbraio ha firmato la controversa abolizione dei controlli per l'acquisto di armi da parte di persone con disturbi mentali (Stephen Paddock pare ne avesse 42, anche se non risulta essere stato in cura). Un intervento di Trump contro le armi, comunque, appare improbabile: la Nra, lobby americana della armi, lo ha appoggiato durante la campagna presidenziale.

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