L'inchiesta vuole far luce sulle presunte interferenze russe attraverso il web e i social media nelle elezioni americane del 2016
La commissione Intelligence del Senato, tra quelle coinvolte nell'inchiesta sul cosiddetto Russiagate condotta al Congresso, ha invitato Facebook, Twitter e Alphabet - società che controlla Google - a comparire per un'udienza pubblica il prossimo primo novembre. Lo riferisce Associated Press citando fonti informate. Anche la commissione Intelligence della Camera Usa ha invitato le tre società per il mese di ottobre, precisando però che una data non è ancora stata fissata.
Attenzione rivolta ai social media
L'invito rivolto dalla Commissione giunge in coincidenza con una stretta attenzione verso attività sui social media e inserzioni sul web con un possibile utilizzo da parte di russi per influenzare le scorse elezioni negli Usa. Il presidente della stessa commissione, il senatore repubblicano del North Carolina Richard Burr, aveva menzionato nei giorni scorsi una possibile audizione pubblica delle società tech, non è chiaro se le società abbiano acconsentito a comparire.
L'ammissione di Facebook
Qualche settimana fa Facebook ha ammesso di aver venduto ad una società russa spazi pubblicitari che sono stati utilizzati per influenzare l’opinione pubblica statunitense durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali Usa del 2016. Il social network ha annunciato di aver rinvenuto circa 100mila dollari di spese pubblicitarie legate ad account che si sono rivelati falsi.
Incontro a porte chiuse con Facebook, focus su Twitter
Intanto rappresentanti di Facebook hanno già avuto un incontro a porte chiuse con staff della commissione intelligence nell'ambito dell'inchiesta Russiagate, e lo stesso è previsto per Twitter nelle prossime ore. Secondo il New York Times risulta che sia stato fatto largo uso di Twitter nell'ambito delle presunte interferenze russe nelle elezioni americane del 2016 e che una certa attività di 'disturbo' prosegue fino ad oggi con account sospettati di essere legati alla Russia che alimentano il furore scaturito dalla protesta della lega di Football americano Nfl con la conseguente polemica con il presidente Donald Trump.
Botta e risposta Trump-Zuckerberg
Intanto Mark Zuckerberg con un lungo post su Facebook ha risposto a Trump che aveva accusato il social media di essere "da sempre" contro di lui. "Facebook è una piattaforma per tutte le idee", ha scritto Zuckerberg. L'inventore di Facebook ha poi sottolineato che durante la campagna elettorale negli Stati Uniti anche i democratici avevano criticato alcuni contenuti pubblicati accusando il social media di favorire Trump. Secondo Zuckeberg "Facebook ha dato voce alle persone, messo i candidati nelle condizioni di comunicare direttamente, aiutato milioni di persone a votare". L'ad ha poi ammesso di essersi pentito di aver ridicolizzato allora i timori che Facebook potesse avere un impatto sulle elezioni presidenziali. "Dopo il voto dichiarai che pensare che la disinformazione su Facebook poteva aver cambiato il risultato era un'idea folle. Nel definirla folle sono stato sprezzante e me ne pento. Non si può essere sprezzanti su un argomento così importante", ha scritto.