Spagna, scarcerati due dei tre fermati per l'omicidio di Niccolò

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Il giudice ha deciso di confermare la misura cautelare solo per il ragazzo che ha sferrato il calcio mortale. Il pestaggio sarebbe compatibile con una formazione paramilitare. Il padre della vittima: "Tutti stavano a guardare". Chiusa la discoteca

Sono stati scarcerati due dei tre ragazzi di nazionalità cecena accusati per l'omicidio del 22enne italiano, Niccolò Ciatti, picchiato a morte in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. Secondo quanto riferito dal quotidiano El Periodico, i tre sono comparsi davanti al giudice, che ha deciso di confermare la misura cautelare solo per uno solo dei tre, quello che ha sferrato il calcio mortale, come appare anche nelle drammatiche riprese registrate dalle telecamere di sorveglianza. Gli altri due potranno tornare in Francia, dove vivono come richiedenti asilo.

Brutale pestaggio

Fonti di polizia hanno riferito che la brutalità del pestaggio, continuato anche quando il giovane italiano era ormai privo di sensi e incapace di reagire, è compatibile con una formazione paramilitare. Il quotidiano spagnolo ha anche ascoltato il parere di Giovanni Giacalone, esperto di terrorismo dell'università Sacro Cuore di Milano, secondo il quale molti dei ceceni che chiedono asilo politico in Europa vogliono scappare dal loro governo dopo aver fatto parte delle milizie dell'Emirato caucasico, che sono state duramente combattute dal governo ceceno.

Chiusa la discoteca

La discoteca St Trop di Lloret de Mar, dove il giovane fiorentino Niccolò Ciatti è stato pestato a morte, è stata chiusa dalle autorità locali spagnole per ragioni di sicurezza. Lo annuncia una nota del comune spagnolo della Costa Brava, spiegando che, durante le indagini, gli inquirenti hanno riscontrato "anomalie di forte gravità nel sistema di sicurezza".

Il padre di Niccolò: la gente guardava

Ilaria, la fidanzata di Niccolò, ha affidato a Instagram la sua disperazione: "Mio gigante buono, aspettami non ci metto tanto, la nostra storia non è finita". Più duro il padre del ragazzo. "Non sono esseri umani ma bestie che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate. La cosa triste - ha aggiunto - è che tutti sono stati a guardare impotenti".  

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