Migranti, Ong spagnola: “Guardiacoste libici ci hanno sparato”

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Una foto d'archivio dei volontari di Proactiva Open Arms

Il fondatore dell’organizzazione Proactiva Open Arms: “Ci hanno minacciato”. E racconta della nave, bloccata in acque internazionali, alla quale è stato vietato l’accesso al porto di Lampedusa: “Questa è la dimostrazione della disorganizzazione dell'Europa”

"Questa mattina i guardiacoste libici finanziati dall'Italia e dalla Ue ci hanno minacciati in maniera molto aggressiva, arrivando a sparare sopra le nostre teste, in aria”. È questo il racconto di Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola Proactiva Open Arms, all’agenzia di stampa Efe: “La nostra barca stava a 13 miglia, fuori dalle acque libiche. È stato un atto deplorevole".

“Europa disorganizzata”

Il fondatore di Proactiva Open Arms ha anche raccontato la vicenda di un’altra nave, la Golfo Azzurro, bloccata in acque internazionali in un’operazione di soccorso gestita dal Centro di coordinamento di Malta. Camps ha spiegato che la Guardia Costiera del nostro Paese aveva autorizzato il salvataggio di un’imbarcazione che navigava alla deriva, a circa 100 miglia dalle coste libiche, ma che poi le autorità italiane hanno negato l'accesso al porto di Lampedusa per sbarcare le tre persone soccorse. "Un paese ci manda dall'altro - ha aggiunto, parlando delle responsabilità rimpallate tra Italia e Malta - e questa è una volta di più la dimostrazione della disorganizzazione dell'Europa”.

“Indagano su chi non ha firmato il Codice”

Secondo Camps, la Ue sta mettendo in atto una campagna contro le Ong nel Mediterraneo: "Usano accuse non provate o investigano coloro che non hanno aderito al codice di condotta", dice il fondatore riferendosi al testo approvato dall'Italia per gestire la crisi migratoria nel Mediterraneo, firmato stamattina al Viminale dalla sua Ong. "Tutti dicono lo stesso, che sospettano delle nostre attività - conclude - che facciamo traffico di esseri umani, che entriamo nelle acque libiche. Accuse non vere, perché tutte le Ong che si trovano nel Mediterraneo lavorano in coordinamento con la Guardia Costiera italiana".

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