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Charlie Gard, i genitori chiedono di portarlo a casa. No dell'ospedale

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Il giudice dell'Alta Corte di Londra dovrà decidere se il piccolo, malato terminale, potrà lasciare il Great Ormond Street Hospital. I medici hanno espresso parere negativo

Chris Gard e Connie Yates vorrebbero che il piccolo Charlie trascorra le sue ultime ore di vita a casa. Il Great Ormond Street Hospital, dove il bimbo di 11 mesi affetto da una rara malattia genetica considerata incurabile, è ricoverato hanno detto di no. A decidere sarà ancora una volta il tribunale.

La parola all'Alta Corte di Londra

Dopo la rinuncia dei genitori di Charlie a proseguire la battaglia legale per trasferire loro figlio negli Stati Uniti e tentare una terapia sperimentale, è ancora scontro per stabilire dove staccare i macchinari che tengono in vita il piccolo. Il giudice dell'Alta Corte di Londra si pronuncerà il 26 luglio.

I dubbi dell'ospedale al trasferimento

In aula, l’avvocato di Chris Gard e Connie Yates ha spiegato al giudice che il loro unico desiderio è che il bimbo possa trascorrere gli ultimi momenti della sua vita a casa. Il legale, Grant Armstrong, ha riferito che i coniugi Gard hanno affrontato la questione con il Great Ormond Street Hospital, ma i medici hanno espresso delle perplessità: il bimbo, infatti, è collegato a un respiratore e il trasporto potrebbe essere molto rischioso. Sarebbero necessari, un macchinario trasportabile e un team specializzato, che i genitori del piccolo si sono comunque offerti di pagare privatamente. Il giudice Nicholas Francis in udienza aveva auspicato che i genitori di Charlie Gard e l’ospedale trovassero un accordo, cosa che non si è verificata. Il Great Ormond aveva anche chiesto l'intervento di un mediatore, ma i Gard hanno rifiutato. La decisione spetterà ora all’Alta Corte.


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