La Commissione europea ha comminato la sanzione più alta di sempre in materia di antitrust ai danni del colosso di Mountain View: avrebbe sfruttato il monopolio nelle ricerche online a vantaggio del suo servizio di shopping. L’azienda replica: "Faremo ricorso"
La Commissione Ue ha deciso di imporre a Google una multa record da 2,42 miliardi di euro, la più alta mai comminata dall’Unione europea in materia di antitrust, perché avrebbe abusato della sua posizione dominante nel campo dei motori di ricerca, dando un vantaggio illegale al suo servizio di comparazione degli acquisti.
Novanta giorni per mettere fine alla pratica
L’azienda di Mountain View ha 90 giorni per mettere fine alla pratica, oppure dovrà affrontare una nuova ammenda: fino al 5% del fatturato giornaliero di Alphabet, la società madre. Il record precedente per la multa più alta inflitta dall’antitrust Ue ad un'azienda per abuso di posizione dominante risaliva al 2009: 1,06 miliardi di euro di sanzione comminati al colosso dell'informatica Intel.
Google, non siamo d'accordo, faremo ricorso
"Non siamo rispettosamente d'accordo con le conclusioni annunciate oggi" da Bruxelles ha dichiarato il vicepresidente senior e consigliere generale di Google Kent Walker. "Rivedremo la decisione della Commissione in dettaglio in quanto stiamo considerando di fare ricorso, e continueremo a perorare la nostra causa". Il manager ha spiegato che "quando si fa shopping online, si vogliono trovare i prodotti che si stanno cercando in modo veloce e facile. E gli inserzionisti vogliono promuovere quegli stessi prodotti. Per questo Google mostra le pubblicità per gli acquisti mettendo in contatto i nostri utenti con migliaia di inserzionisti, in modo che siano utili per entrambi".
Le motivazioni
Secondo la Commissione, Google ha sistematicamente dato maggior risalto al suo servizio di comparazione degli acquisti: quando un utente cerca su Google un prodotto, il suo servizio di shopping gli propone le varie possibilità accanto ai risultati in alto, quindi molto visibili. I servizi di comparazione degli acquisti dei suoi rivali, sono invece lasciati nella colonna dei risultati generici, selezionati dagli algoritmi generici. "Le prove dimostrano che il competitor messo maggiormente in risalto compare soltanto a pagina 4 dei risultati", scrive la Commissione. I consumatori cliccano molto più spesso sui prodotti più visibili, e quindi su quelli sponsorizzati da Google. I numeri non lasciano dubbi, spiegano i regolatori europei: i risultati sulla prima pagina guadagnano il 95% di tutti i click, quelli sulla seconda solo l'1%.
Le parole della commissaria Ue
La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ha commentato che "quello che Google ha fatto è illegale per quanto riguarda le regole Ue: ha impedito alle altre società di fare concorrenza sulla base dei loro meriti e di innovare. E soprattutto, ha impedito ai consumatori europei di beneficiare di una scelta reale di servizi e dell'innovazione".