Conservatorismo sociale e Brexit "ordinata": ecco il programma di May

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La premier britannica Theresa May visita un'azienda di autotrasporto scozzese (Getty Images)
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La premier britannica ha presentato il manifesto del suo partito per le elezioni del prossimo 8 giugno. In economia, un ritorno al passato Tory dell'epoca pre-Thatcher. E misure severe sull'immigrazione

Il futuro della Gran Bretagna deve partire dal passato del partito Tory. Ne è convinta la premier britannica Theresa May che ad Halifax, nel corso della presentazione del programma-manifesto del suo partito per le prossime elezioni politiche, lo ha ripetuto più volte: “Bisogna ritornare al vero conservatorismo”.

Le linee guida del programma dei conservatori

Si intitola “Forward, together”, "Avanti insieme", il manifesto illustrato da May ai giornalisti delle testate britanniche e che svela, letteralmente, “il nostro piano per una Gran Bretagna più forte e un futuro prospero”. Si tratta di 88 pagine nelle quali la leader dei conservatori rivela le linee guida di quello che sarà il programma su cui i britannici saranno chiamati a pronunciarsi alle elezioni del prossimo 8 giugno. May identifica le "cinque grandi sfide" che il Paese dovrà affrontare nel post-Brexit: mantenere la crescita economica; assicurare una Brexit regolare e ordinata, rimanendo una Nazione unita; costruire una nuova "grande meritocrazia"; affrontare una società che invecchia rimanendo equa con i giovani; e sfruttare il potere della tecnologia in rapida evoluzione, pur mantenendo la sicurezza e la privacy.

"Il maysmo non esiste"

Sull'onda dei sondaggi che attualmente favoriscono il suo partito, May ha più volte evidenziato come questa nuova “carta” rappresenti l'immagine del "buon, vecchio solido conservatorismo", in cui peò è evidente un approccio più sociale. Un mix che gli analisti hanno definito “maysmo”, ma che la stessa premier ha respinto apertamente in fase di conferenza stampa. “Il maysmo non esiste – ha detto la premier - c'è solo il buon solido ccnservatismo che ha a cuore gli interessi dei lavoratori”. Per lo stesso motivo la premier si è subito smarcata dai paragoni politici con Margaret Thatcher, che si era presentata negli anni '80 come uno dei simboli del neo-liberismo: “Margaret Thatcher era una conservatrice, io sono una conservatrice, questo è un manifesto conservatore”.

Brexit e fisco

Sono tanti i punti del programma con cui May cerca la riconferma alla guida del Paese. Dalla Brexit alle ricette economiche, l'attuale capo dell'esecutivo ha chiarito subito di voler rinunciare all'eredita del conservatorismo progressista di David Cameron, annunciando un maggiore coinvolgimento statale nell'economia e un rifiuto delle politiche di laissez-faire: "Non crediamo nei mercati liberi senza frontiere", ha detto la May. "Rifiutiamo il culto dell'individualismo egoista. Detestiamo la divisione sociale, l'ingiustizia, l'iniquità e la disuguaglianza". Il contrasto con Margaret Thatcher, secondo la quale "la società non esiste. Esistono gli individui, gli uomini e le donne, ed esistono le famiglie", non potrebbe essere più netto. Il primo punto, tuttavia, non poteva che essere la Brexit. Che, secondo il manifesto, deve portare il Regno Unito fuori dal mercato comune mantenendo “un rapporto profondo e speciale” con l'Europa grazie a un accordo di libero scambio e di dogana. Il capitolo fiscale si apre con la grande promessa dei Tories: non aumentare l'iva e mantenere i contributi più bassi possibili. Un impegno che il manifesto si impegna ad attuare entro il 2020 con l'aumento dell'esenzione sulle imposte per i redditi fino alle 12.500 sterline (crca 14.500 euro) e con una fissazione delle aliquote più alte a 50mila sterline (circa 58mila euro). Inoltre è previsto per maggio un piano per riformare il sistema dei tassi sul lavoro e per ridurre l'imposta sulle aziende fino al 17% entro il 2020.

Immigrazione e pensioni

Sul capitolo immigrazione si conferma il pugno duro per le nuove entrate con una previsione di riduzione del numero di ingressi nel Paese dalle attuali 273mila persone a circa 100mila all'anno. Compreso in questo numero ci saranno anche gli studenti. Giro di vite anche per i lavoratori extracomunitari, con l'aumento dell'“Immigration skills charge”, ossia la tassa pagata dalle aziende che li assumono per mantenerli nell'organico. E che salirà, assieme alle spese per la copertura sanitaria, dalle attuali 1000 a 2000 sterline all'anno. Sul capitolo salute e sicurezza sociale, il manifesto promette di incrementare gli stanziamenti per il sistema sanitario di 8 miliardi di sterline (circa 9,3 miliardi di euro) per i prossimi cinque anni e di salvaguardare lo status degli oltre 140mila lavoratori comunitari al servizio della sanità pubblica aumentando, contemporaneamente, la formazione dei medici inglesi. Il "triplo blocco" sulle pensioni sarà sostituito alla sua scadenza, nel 2020, con un "doppio blocco" che manterrà il legame con i guadagni e i prezzi, ma eliminerà l'aumento minimo del 2,5% all'anno. Le riforme di assistenza sociale consentiranno di spostare fondi sugli aiuti agli anziani, ai giovani e alle famiglie in grave stato di necessità.

Una scuola più giusta

Infine uno dei punti più attesi: quello sui finanziamenti scoltastici. Il manifesto ha promesso di aumentere, entro il 2022, il budget delle scuole di 4 miliardi di sterline (circa 4,7 miliardi di euro) e di continuare a “rendere la formula finanziaria nazionale più giusta" reindirizzando 1 miliardo di sterline (circa 1,2 miliardi di euro) per aiutare le scuole più svantaggiate. I pranzi gratuiti alle mense scolastiche saranno aboliti per tutti gli studenti, tranne che per quelli provenienti da famiglie a basso reddito, e saranno sostituiti con una colazione scolastica gratuita per ogni bambino della scuola primaria. Il manifesto si pone anche l'obiettivo di porre il divieto di selezione economica negli atenei introducendo l'obbligo, per quelle università che prevedono una tassa d'iscrizione, di sponsorizzare una scuola gratuita o un'accademia.

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