Francia, Edouard Philippe è il nuovo primo ministro

Mondo
edouard_philippe

Il sindaco di Le Havre, esponente dell’ala moderata dei Républicains e politicamente vicino ad Alain Juppé, è il premier scelto dal presidente. Macron e Merkel a Berlino: "Se serve si possono cambiare i trattati europei"LO SPECIALE

Edouard Philippe, sindaco di Le Havre ed esponente dell’ala moderata dei Républicains, è stato nominato primo ministro dal presidente Emmanuel Macron. Lo ha annunciato il segretario generale dell'Eliseo, Alexis Kohler, con un discorso durato appena 5 secondi: "Il presidente ha nominato Edouard Philippe primo ministro e lo ha incaricato di formare il nuovo governo". Il secondo atto di Macron, dopo la nomina del primo ministro, è stato quello di volare a Berlino dalla cancelliera Angela Merkel per rilanciare l'asse Francia-Germania sull'Europa.

Le prime parole da premier

"Sono un uomo di destra e tuttavia tutto il mio impegno è ispirato dall'interesse generale", ha detto il primo ministro Edouard Philippe nel breve discorso di ringraziamento e commiato al suo predecessore, Bernard Cazeneuve. "Lei è di sinistra, io sono di destra, questo non la sorprenderà - ha detto Philippe al suo predecessore - e tuttavia entrambi abbiamo stima per l'altro. E sappiamo che l'interesse generale deve guidare tutto l'impegno dei politici, dei rappresentanti dello Stato e dei nostri concittadini".

Il saluto di Cazeneuve

Il passaggio di consegne è avvenuto poche ore dopo la nomina: Bernard Cazeneuve ha lasciato palazzo Matignon facendo gli auguri al successore: "È stato un grandissimo piacere accoglierla, per amicizia personale e perché siamo in un contesto in cui il senso dello stato e l'amore per il Paese spingono ad augurare successo a chi assume delle responsabilità”, ha detto Cazeneuve. "Lascio dopo 5 anni di responsabilità ministeriali con orgoglio per aver servito il Paese vicino a Hollande, Ayrault e Valls, che mi hanno onorato della loro fiducia". 

Chi è il nuovo premier

Philippe, 46 anni è originario di Rouen, in Normandia, ed è figlio di due professori di francese. Ha inizialmente militato nel Partito socialista prima di diventare uno dei più stretti collaboratori dell’ex candidato alle primarie della destra francese Alain Juppé. (LO SPECIALE ELEZIONI) Nel 2007 è entrato a far parte del suo esecutivo, come ministro dell'Ecologia sotto la presidenza Sarkozy. Nel 2010 è stato eletto sindaco di Le Havre. Nel 2014 ha promesso che in caso di riunificazione della Normandia, nel quadro della riduzione del numero delle regioni in Francia voluta da Francois Hollande, avrebbe percorso a nuoto il bacino del commercio di Le Havre. Promessa poi mantenuta. Philippe è sposato e ha 3 figli.

Il peso politico della scelta

Philippe, deputato della Seine-Maritime stimato anche dal centro-sinistra, ha espresso la sua compatibilità ideologica con il nuovo presidente Macron e potrebbe portare l'ala moderata dei Républicains a collaborare con una maggioranza presidenziale. Il suo nome nei giorni scorsi era circolato come uno dei più papabili: gli analisti la vedono come una mossa per dividere la destra Republicains arruolando un nome di primo piano dei "juppeisti" sotto l'etichetta della maggioranza "En Marche!".

Le reazioni

Il primo a commentare la nomina di Philippe è stato Jean-Luc Melenchon, leader della sinistra radicale: "Il vecchio mondo sta ritornando. Non date i pieni poteri a Macron, che vuole una presidenza accentrata, monarchica”. Alain Juppé, mentore politico del nuovo premier lo ha invece lodato dicendo: “Si tratta di un uomo di grande talento, che conosce perfettamente gli ingranaggi dell'attività parlamentare".

Macron a Berlino

Dopo aver sistemato la questione interna del primo ministro, il neo presidente Macron è andato a Berlino per incontrare Angela Merkel e parlare di Europa. “È fondamentale rafforzare l'asse franco-tedesco, sarebbe utile anche per l'eurozona”, ha detto il leader francese nella conferenza congiunta dopo il faccia a faccia. “Da un lato – ha aggiunto – si devono fare le riforme di cui la Francia ha bisogno”, ma bisogna anche “sburocratizzare l'Europa”. La cancelliera tedesca ha confermato: “Abbiamo concordato che lavoreremo insieme in modo molto stretto”. E ancora: “Le elezioni francesi e olandesi hanno mostrato quale tesoro sia l'Europa, è importante che si lavori per questo tesoro”. Entrambi i leader hanno dichiarato che i trattati europei “si possono cambiare se questo è necessario”. “La modifica dei trattati era un tabù francese. Per me non lo è”, ha aggiunto Macron. E Merkel ha concluso: “Ci sono idee condivise e idee diverse. Dal confronto si arriva a qualcosa di buono per tutta l'Europa. Parleremo di queste cose con grande calma, ma abbiamo un buon punto di inizio”.

Mondo: I più letti