Tensione con la Corea del Nord, per Trump “guerra possibile”
MondoIn un'intervista per i suoi primi cento giorni alla Casa Bianca, il presidente americano non esclude che si arrivi a un conflitto "grande, grande" con Pyongyang per il programma nucleare e missilistico. E ammette: “pensavo che fare il presidente fosse più facile”
Lavora più di prima e ha un po' di nostalgia delle vecchie abitudini: questo racconta di sé Donald Trump in un'intervista rilasciata a Reuters, offrendo un facile assist a quanti ritenevano che il tycoon avesse preso alla leggera la presidenza degli Stati Uniti.
“Ora lavoro di più”
“Amavo la mia vita di prima. Avevo molte cose in ballo”, dice Trump ai reporter in una pausa dalle domande sui rapporti con la Cina, “ora lavoro di più rispetto a un tempo. Pensavo sarebbe stato più facile”, aggiunge il magnate, divenuto da gennaio il presidente degli Stati Uniti. Trump, inoltre, sente anche la mancanza di quel poco di riservatezza in più di cui poteva godere quando era “solo” un famoso miliardario. “Anche se avevo molta poca privacy pure prima, perché ero già famoso da tempo, qui ne ho molta di meno. E' qualcosa davvero di particolare. E' proprio come stare in un bozzolo, perché c'è così tanta protezione, e davvero non riesci ad andare da nessuna parte”, dice Trump. Inoltre, al presidente, cui “piace guidare” le sue automobili, racconta che adesso“non può più”.
L'ipotesi di conflitto con la Corea
Nel corso dell'intervista, il presidente americano ha nuovamente sottolineato che con la Corea del Nord, il “il rischio "di conflitto è molto serio", aggiungendo che la risoluzione con le sole armi della diplomazia sarebbe comunque preferibile, anche se “molto difficile”. Nel tentativo di procedere su quest'ultima Trump di ce di aver giocato la carta della mediazione della Cina, l'unica alleata del regime di Kim Jong Un. Il presidente cinese, Xi Jinping, secondo quanto afferma Trump, si sarebbe reso disponibile a premere su Pyongyang affinché desista dal proseguire le sue sperimentazioni nucleari: “Penso [che Xi ]ci stia provando con forza”, dice il presidente Usa, “sicuramente non vuole disordini e morte. E' una brava persona. E' davvero una brava persona: ho avuto modo di conoscerlo bene. Ama la Cina e ama il popolo cinese".Un eventuale conflitto con il piccolo Paese asiatico esporrebbe al rischio di rappresaglie soprattutto la Corea del Sud e il Giappone, entrambe alleate di Washington. Trump poi ha affermato di non porsi il problema se Kim sia “razionale” o meno, ma ha riconosciuto che ereditare un regime alla sua giovane età, 27 anni, “è una cosa molto difficile da fare”.
Sviluppi sull'immigrazione
Nel frattempo lo stato del Texas è vicino ad adottare un provvedimento che potrebbe aggiungere un nuovo capitolo alla “sfida” sull'immigrazione fra la presidenza Usa e i giudici che hanno bloccato un decreto targato Trump sul taglio dei fondi pubblici alle 'città santuario' che proteggono i migranti irregolari e ne bloccano il rimpatrio. La Camera del Congresso di Austin, infatti, ha approvato un provvedimento che potrebbe far incriminare i poliziotti e gli sceriffi che non denunciano gli immigrati clandestini (inclusi i bambini). Se la legge sarà ratificata dal Senato e resa esecutiva dal governatore repubblicano Greg Abbott, che si è detto favorevole, il Texas diverrebbe il primo stato americano a punire le forze dell'ordine locali che “chiudono un occhio” sui clandestini.