Il nostro Paese è stato inserito nella lista dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta insieme a Belgio e Germania. I dati indicano già 1.010 casi nei primi tre mesi dell'anno, contro i circa 850 di tutto il 2016
L’Italia è entrata per la prima volta nella lista dei Paesi rischiosi per la salute a causa del morbillo. Ad avvisare i propri cittadini sono i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, che mettono in guardia gli americani che vogliono venire a visitare il nostro Paese. Risale al 2015 l’epidemia di morbillo in California scattata a causa di un bambino non vaccinato: in quel caso le scuole vennero chiuse ai minori non immunizzati. (MORBILLO, IL CONFRONTO TRA ITALIA ED EUROPA: MAPPA)
Le precauzioni consigliate
I Cdc hanno pubblicato una nota in cui invitano i cittadini in partenza a prendere alcune misure precauzionali: tutti gli adulti devono accertarsi di essere stati vaccinati contro il morbillo e se non ne sono sicuri devono provvedere il prima possibile. Per i bambini dai 6 mesi a 1 anno di età serve una dose di vaccino, per quelli più grandi si aumenta a due. Inoltre si consiglia ai viaggiatori di lavarsi spesso le mani, non toccarsi naso, occhi e viso se non ci si è appena sciacquati le mani, usare disinfettanti se non si ha acqua a portata di mano, coprirsi la bocca se si starnutisce o tossisce e non avere contatti fisici con chi potrebbe avere il morbillo. Gli altri Paesi dell’Unione europea inseriti dai Cdc nell’elenco delle nazioni a rischio morbillo sono Germania e Belgio.
I numeri del nostro Paese
I dati italiani indicano già 1.010 casi nei soli primi tre mesi dell'anno contro i circa 850 di tutto il 2016. I più colpiti sono i bambini sotto l’anno di età che, secondo le ultime cifre, rappresentano il 6% dei casi di morbillo da gennaio a fine marzo: 62 casi accertati, ossia due contagi ogni 3 giorni. Per i più piccoli il rischio è soprattutto di complicazioni più pesanti come otiti, polmoniti ed encefaliti. I numeri indicano la forte correlazione tra la percentuale di popolazione non vaccinata e la diffusione del morbillo, con una soglia minima di vaccinazioni che deve risultare al 95% per non influire sul pericolo di epidemie.