L'esplosione è avvenuta nella periferia della città siriana, mentre erano in corso le operazioni di evacuazione dei profughi di due città a maggioranza sciita
Un’altra strage, ancora morti in Siria, nei pressi di Aleppo, dove un'autobomba ha ucciso, secondo alcune fonti mediche locali, più di cento persone tra cui donne e minori; nel mirino dell’attacco i bus sui quali stavano salendo centinaia di civili in fuga dai bombardamenti.
Questo mentre da Mosul giungono notizie, difficili da confermare, sull'uso di gas tossici da parte dell'Isis, nell'estremo tentativo di fermare l'offensiva governativa nell'ultima roccaforte jihadista nel nord dell'Iraq. Fonti militari irachene affermano che l'Isis ha lanciato gas tossici nel quartiere di Abar, a Mosul ovest, ultima zona in mano ai jihadisti.
Bus di civili
L’agenzia governativa siriana Sana conferma l'attentato compiuto a Rashidin, vicino ad Aleppo, proprio dove si incrociano i convogli di pullman provenienti da quattro località siriane assediate e che sono gradualmente svuotate in base a un accordo tra gli Hezbollah libanesi e l'ala siriana di al Qaeda. Il numero dei morti, però, cresce di ora in ora. I primi bilanci di una quarantina di uccisi, vengono poi corretti da quello diffuso dalla Protezione civile delle zone fuori dal controllo governativo, che riferisce di “più di 100 morti” con un altissimo numero di vittime tra donne e bambini.
La ricostruzione
Secondo le ricostruzioni concordanti dei media locali, l'esplosione è stata causata da un pick-up bomba guidato da un attentatore suicida che si è scagliato contro un assembramento di civili evacuati da località assediate nella regione di Idlib e di Damasco. Il pick-up bomba doveva essere sul posto per distribuire cibo e bevande alle centinaia di persone che sostavano a Rashidin da sabato mattina.
Le immagini video diffuse dai media dal luogo dell'attentato mostrano diversi corpi senza vita a terra, numerose auto in fiamme, scene di disperazione e urla dei feriti e dei soccorritori.
Uomini, donne, bambini in fuga
A Rashidin erano arrivati in circa due mila persone nelle ultime ore da Fuaa e Kafraya, località assediate a Idlib. Altre due migliaia circa erano arrivate ieri sera provenienti da Madaya e Zabadani, altre due località assediate nella regione di Damasco, centinaia di chilometri più a sud. L'accordo di evacuazione era stato raggiunto "per ragioni umanitarie" dopo anni di assedio militare.
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