Secondo media americani, la Casa Bianca sarebbe pronta a un raid preventivo con armi convenzionali contro Pyongyang, nel caso ritenesse che il regime si stesse preparando a un test nucleare. La Cina sospende i voli
Sale la tensione intorno alla Corea del Nord. Gli Usa sarebbero pronti a un raid preventivo con armi convenzionali contro Pyongyang, nel caso in cui si convincessero che il regime stia preparando a un test nucleare. Lo dicono i media americani, citando più fonti dell'intelligence. Il Pentagono non ha commentato, la Corea del Nord ha fatto sapere che “non terrà le braccia incrociate”. E mentre la Cina sospende i collegamenti aerei con Pyongyang, il Cremlino si dice "molto preoccupato" per le crescenti tensioni e invita tutti i Paesi ad astenersi da qualsiasi atto provocatorio.
Test nucleare sarebbe vicino
Secondo le fonti citate dalla Nbc, un test nucleare potrebbe verificarsi durante il fine settimana. Gli Stati Uniti avrebbero posizionato due cacciatorpediniere con missili Tomahawk non lontano dalla Corea del Nord. L'intelligence Usa pensa a un possibile test nucleare dato che Pyongyang ha avvertito che un “grande evento” è vicino.
La risposta della Corea del Nord
In un’intervista alla Associated Press, il viceministro degli Esteri nordcoreano Han Song-ryol ha fatto sapere che la Corea del Nord “andrà in guerra se” gli Stati Uniti “lo sceglieranno". Han ha puntato il dito contro le “manovre militari spericolate” degli Usa e contro i possibili “attacchi preventivi”, avvertendo che Pyongyang “ha un potente deterrente nucleare”. Il viceministro ha anche accusato il presidente Usa Donald Trump di aver creato un “circolo vizioso” di tensioni nella penisola coreana. Non è il suo Paese, ha aggiunto, ma il presidente Usa a “creare guai”: “Trump provoca in continuazione con le sue frasi aggressive”. Sul prossimo test nucleare, Han ha detto che sarà condotto quando il quartier generale supremo nordcoreano lo riterrà più opportuno. E, infine, ha ribadito che in caso di raid Usa Pyongyang “non terrà le braccia incrociate”.
Cina: guerra "può esplodere in qualsiasi momento"
Sulla questione è intervenuta anche la Cina. Una guerra tra Stati Uniti e Corea del Nord "può esplodere in qualsiasi momento", ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi. "Il dialogo - ha aggiunto - è la sola via d'uscita. Se ci sarà una guerra, nessuno uscirà vincitore". In un'eventuale guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti "non ci possono essere vincitori". E ancora: "Invitiamo tutte le parti a smettere di provocare e minacciarsi a vicenda e a non permettere che la situazione diventi irreparabile e fuori controllo". La tv cinese cctv, intanto, ha reso noto che da lunedì saranno sospesi i collegamenti aerei tra Pechino e Pyongyang della Air China.
Afghanistan: “Bomba Usa ha ucciso 82 miliziani Isis”
Un altro fronte caldo è quello in Afghanistan. Ieri gli Usa, alla vigilia della Conferenza di pace, hanno sganciato sul Paese asiatico la superbomba Moab per colpire l'Isis: è la prima volta che viene usata in combattimento, pesa 10 tonnellate e distrugge tutto nel raggio di centinaia di metri. La "madre di tutte le bombe" lanciata sulla provincia di Nangarhar ha causato la morte di 82 militanti Isis, secondo quanto riferito dal portavoce del governo provinciale, Ataullah Khogyani. In precedenza le autorità avevano fissato il numero dei militanti uccisi a 36.
Talebani afghani condannano bomba
E mentre il governo della provincia orientale di Nangarhar ha detto che il lancio della bomba "era necessario", i talebani afghani hanno condannato l'episodio. Si tratta di "un attacco perpetrato da criminali internazionali", hanno sottolineato, "in ogni angolo del nostro Paese l'uso di simili armi non è giustificato". Nel comunicato dei talebani, poi, si sostiene che "arrestare le attività dell'Isis è un compito degli afghani e non degli occupanti stranieri" e che gli Usa "stanno uccidendo la nostra gente con il pretesto dell'Isis".