San Pietroburgo, 7 fermati per terrorismo: reclutavano per jihad

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Una poliziotta russa nella metropolitana di San Pietroburgo (Ansa)

Sono sospettate di aver arruolato adepti per l'Isis e Al Nusra, ma non sarebbero emersi legami con il 22enne kirghiso ritenuto l’autore dell’attentato in metro. Intanto il Papa si è detto “vicino” ai familiari delle vittime dell’attacco in Russia

 

Sette persone sospettate di "appoggiare l'attività terroristica” sono state fermate a San Pietroburgo. Secondo gli investigatori russi, avrebbero cercato di reclutare adepti per lo Stato Islamico e Al Nusra.

 

Le persone fermate sono tutte cittadini di Stati dell’Asia centrale, secondo una dichiarazione della commissione investigativa statale russa, che ha precisato come non ci siano prove che i 6 siano in alcun modo collegati all'esplosione di lunedì nella metropolitana di San Pietroburgo. (LA CRONACA DELL'ATTACCO)

 

In Russia dal 2015 per lavoro - I fermati sono sospettati di essere attivi da novembre 2015 nell’arruolamento, soprattutto di loro connazionali delle repubbliche centro asiatiche per "attività terroristica” legata all'Isis e al movimento islamista al-Nusra. Durante una perquisizione nelle abitazioni dei sospetti è stato rinvenuto materiale riconducibile all'estremismo islamico. (I PRECEDENTI ATTACCHI IN RUSSIA)

 

Nessun legame con Jalilov - Le autorità, dunque, per il momento sembrano escludere legami con Akbarzhon Jalilov, il 22enne kirghiso ritenuto l'attentatore della metropolitana. L’attacco kamikaze ha causato 14 morti e 49 feriti, molti dei quali in gravi condizioni. (IL CORDOGLIO

 

Il cordoglio del Papa - Durante l’udienza generale in Vaticano, Papa Francesco ha rivolto un pensiero “al grave attentato dei giorni scorsi nella metropolitana di San Pietroburgo, che ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione”. Il Pontefice ha espresso “spirituale vicinanza ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento”.

 

Il racconto del conducente della metro:

 

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