Germania, gli euroscettici che insidiano la Merkel

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Bernd Lucke, con maglietta blu il secondo da destra, a una manifestazione della Afd
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Il 22 settembre si vota per il Bundestag, ma la quasi sicura riconferma dell'attuale coalizione viene messa in dubbio da un piccolo partito conservatore, l'Afd. Dato al 3% secondo i sondaggisti può crescere, creando non pochi problemi alla Cancelliera

di David Saltuari

Sulla strada apparentemente tranquilla che dovrebbe portare Angela Merkel verso una sicura riconferma nelle elezioni tedesche del 21 settembre prossimo è apparso un piccolo, ma insidioso ostacolo. Il piccolo partito euroscettico Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania), fondato dall'economista Bernd Lucke lo scorso aprile, è infatti in lenta ma costante crescita e drena consensi sia alla Cdu, il partito della Cancellieria, sia ai suoi deboli alleati, i liberali della Fdp. Un suo eventuale ingresso nel Bundestag, a danno dei liberali, rischia di alterare gli attesi equilibri parlamentari, costringendo la Cancelliera a cercare difficili alleanze.

Sondaggisti: "Potrebbero essere sottostimati" - Nel sondaggio che la Forsa realizza ogni settimana per il settimanale Stern, il partito di Lucke, viene accreditato al 3%. Troppo poco per entrare al Bundestag (la soglia di sbarramento è al 5%), ma il trend è in forte crescita. Soprattutto da quando si è iniziato a parlare di una nuova tranche di aiuti alla Grecia, il movimento euroscettico ha visto crescere i propri consensi. Ma a preoccupare i vertici della Cdu è stata soprattutto l'ammissione del direttore della Forsa secondo cui gli elettori dell'Afd non ammettono volentieri la loro scelta e dunque il partito di Lucke potrebbe essere di molto sottostimato. Anche se rifiuta ogni collocamento politico, infatti, l'Afd viene visto da parte dell'elettorato come un movimento di destra, al pari di altri partiti euroscettici europei. Una collocazione che porta alcuni elettori a non volersi dichiare nei sondaggi. Lo stesso Lucke sostiene in una recente intervista a Repubblica che il suo movimento supererà con facilità la soglia di sbarramento. Nata su basi prevalentemente economiche l'Afp porta avanti un programma che ha al suo centro il ritorno alle valute nazionali da attuare con un percorso a tappe che inizi con la divisione tra nord e sud dell'area euro. Sul fronte interno il partito di Lucke chiede una riduzione del debito tedesco, in materia di immigrazione pretende maggiore severità e si dice a favore di un'immgrazione "più qualificata e disposta all'integrazione".

A rischio i liberali della Fdp - Negli stessi sondaggi realizzati dalla Forsa la Cdu di Angela Merkel resta saldamente in testa con il 41% dei consensi. A preoccupare sono i liberali della Fdp, che hanno ceduto elettori alla Afd, scendendo pericolosamente al 5%. Non dovessero centrare l'ingresso al Bundestag i cristiano democratici della Cancelliera non avrebbero i seggi necessari per una maggioranza e sarebbero costretti a trovare nuove allenze: una Grosse Koalition con la Spd oppure, meno probabile ma non impossibile, l'inedita alleanza Cdu-Verdi.

La Linke apre a un governo di minoranza rosso-verde
- Un'inaspettata debolezza della Cancelliera che ha fatto rialzare la testa all'attuale opposizione. Mentre i Verdi perdono due punti, scendendo all'11%, la Linke, il partito di estrema sinistra, guadagna consensi salendo per la prima volta al 10%. Tanto che il loro segretario, Bernd Riexinger si dice disposto ad appoggiare esternamente un possibile governo di minoranza Spd-Verdi. "Se dopo il 22 settembre esiste una possibile maggioranza contro Merkel non escludiamo nessuna opzione" ha dichiarato alla Berliner Zeitung. Fondata da fuoriusciti della Spd e dagli eredi del partito comunista della Ddr, la Linke fino ad oggi si è sempre posta rigorosamente all'opposizione escludendo possibili alleanze.

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