La Spagna svolta a destra: trionfano i popolari di Rajoy

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Con il 44,55% dei voti e 186 seggi su 350 nel Congresso dei deputati, il Pp ha ottenuto il suo migliore risultato dalla fine del franchismo. Al minimo storico i socialisti. Il vincitore: "Restituirò l'orgoglio agli spagnoli". GUARDA IL VIDEO

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La Spagna volta pagina e torna al centrodestra: sull'orlo del precipizio del debito, sotto l'attacco della speculazione, con un esercito di 5 milioni di disoccupati, il paese oggi ha chiuso l'era Zapatero con un trionfo storico del leader del centrodestra Mariano Rajoy ( guarda la scheda e ascolta le sue parole nel video in alto ), e la maggioranza assoluta in parlamento, e una debacle altrettanto storica per i socialisti guidati da Alfredo Rubalcaba.

Con il 44,6% dei voti e 186 seggi su 350 nel Congresso dei deputati, il Pp ha ottenuto il suo migliore risultato dalla fine del franchismo. Il Psoe con Alfredo Rubalcaba, erede di José Luis Zapatero, che non si ripresentava, esce umiliato dalla giornata elettorale con il 28.7% e 110 seggi, il peggiore risultato di sempre. Il Pp nella nuova legislatura avrà un potere quasi assoluto. Controlla già quasi tutte le regioni, le città più importanti meno Barcellona, e con la maggioranza assoluta in parlamento può governare da solo, senza negoziare appoggi. Rubalcaba, nominato candidato premier in luglio, non è riuscito a salvare i socialisti da una pesantissima sconfitta, impiombato dalla pesante eredità economica lasciata da José Luis Zapatero ( IL FILE PDF CON TUTTI I RISULTATI ).

La grande emorragia dei voti dei delusi del zapaterismo che hanno abbandonato il Psoe - 5 milioni di elettori in meno rispetto al 2008 - ha portato linfa nuova e seggi oltre che nel Pp nei partiti minori. A sinistra Izquierda Unida , passa, da 2 a 11 deputati, i nazionalisti catalani di Ciu da 10 a 16, il partito centrista Upyd esplode da uno a 5 deputati. Nei Paesi Baschi, dopo la rinuncia alla violenza da parte dell'Eta, trionfa la sinistra radicale indipendentista - vietata alle politiche del 2008 - che con Amauir entra in parlamento con 7 deputati, e diventa la quinta forza parlamentare spagnola.

Dopo lo tsunami elettorale, Rajoy sostituirà formalmente Zapatero alla Moncloa solo fra quattro settimane, a causa dei conto dei tempi tecnici per la formazione del nuovo parlamento. Avrà il difficile compito di cercare di ripristinare la fiducia dei mercati nell'economia del paese, allontanare lo spettro di un pericoloso salvataggio internazionale. Negli ultimi giorni ha garantito che il suo governo rispetterà tutti gli impegni presi da Zapatero con l'Ue. Rajoy ha dichiarato "guerra alla crisi" e ha annunciato una politica di austerità lacrime e sangue e "tempi non facili", "tagli ovunque meno che per le pensioni", riforme strutturali per risanare le finanze del paese e allontanarlo dalle secche della crisi del debito.

Dopo la vittoria ha detto che vuole "restituire agli spagnoli il loro orgoglio", ha chiamato tutti al "lavoro" per salvare il paese, perché, ha avvertito, "non ci saranno miracoli". Ha annunciato che inizierà a lavorare per il paese "già domani". Potrebbe subito indicare il nome del suo ministro dell'economia, istituire un 'pre-governo' che avvii la transizione con il governo del premier Zapatero e intensificare i contatti già presi con Berlino e Parigi: Sarkozy è stato il primo a chiamarlo dopo la vittoria. Poi è stata la volta del britannico David Cameron.

Ex-icona del socialismo europeo, José Luis Zapatero rimarrà in carica per gestire gli affari correnti fino quasi a Natale. Poi consegnerà le chiavi della Moncloa al successore e, a 51 anni, si ritirerà dalla politica attiva. E' il quinto capo di governo dei paesi periferici dell'Eurozona - i Piigs - a cadere dall'inizio dell' anno vittima dei mercati dopo l'irlandese Brian Cowen, il portoghese José Socrates, il greco Iorgos Papandreu e, ultimo, in Italia Silvio Berlusconi.

Ascolta le parole di Rubalcaba



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