Iraq, il terrore non spaventa la democrazia

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Urne chiuse nel Paese sul Golfo persico. Nonostante gli attacchi terroristi hanno caratterizzato la giornata elettorale, l’affluenza ai seggi è stata copiosa per tutta la giornata. Il Premier uscente: “I terroristi non indeboliranno il nostro morale"


Un nuovo bilancio di sangue in Iraq nel giorno del voto per eleggere il secondo Parlamento del dopo Saddam, mentre si sono chiuse le urne. Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Interno è di 38 morti e 110 feriti il bilancio della serie di attentati avvenuti nella capitale irachena a partire dalla apertura dei seggi. La guerriglia si è concentra a Baghdad e nei bastioni sunniti di Falluja, Baquba e Samarra. Sulla capitale sono piovuti 70 colpi di mortaio. Un razzo katiuscia ha raso al suolo un palazzo residenziale, facendo 12 morti e 10 feriti. Una bomba ha fatto crollare un altro edificio in cui ci sono stati quattro morti e otto feriti.
   
Lo schieramento di 200mila tra poliziotti e soldati a Baghdad non è bastato a impedire gli attacchi. Quattro ore dopo l'apertura dei seggi, le autorità hanno sospeso il divieto di circolazione per le auto nel centro di Baghdad imposto per motivi di sicurezza. Il divieto resta in vigore solo per pullman e camion. Alla vigilia delle elezioni Al Qaeda aveva imposto un coprifuoco minacciando di uccidere chiunque si fosse recato alle urne.
   
Il premier uscente Nuri al-Maliki ha votato nella Zona Verde fortificata di Baghdad e ha affermato che gli attentati "non indeboliranno il morale degli iracheni" e "non influiranno sulle operazioni di voto". "E' solo baccano per impressionare gli elettori ma gli iracheni amano le sfide e non si faranno intimorire", ha dichiarato.



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