
Covid, monitoraggio Iss: aumenta incidenza casi, Rt sale a 0,94. Calano terapie intensive
I dati sono contenuti nell’ultimo report settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute. Diminuisce il tasso di occupazione delle terapie intensive, mentre è stabile quello dei reparti ordinari dei pazienti affetti dal coronavirus. Sono 9 le regioni sopra la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei reparti

Sale l'incidenza dei casi di Covid-19 in Italia: questa settimana è pari a 725 casi su 100mila abitanti rispetto a 510 della scorsa settimana. Lo evidenzia la tabella sugli indicatori decisionali del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute
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Sale anche l’indice di trasmissibilità: l’Rt passa infatti a 0,94 dal precedente 0,84
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I dati mostrano anche come le terapie intensive siano meno piene, mentre resta stabile l'occupazione dei reparti ordinari da parte di pazienti Covid
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Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 17 marzo) contro il 5,5% della scorsa settimana (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 10 marzo)
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Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è invece stabile al 12,9% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 17 marzo) rispetto al 12,9% della settimana precedente

Questa settimana 9 regioni sono sopra la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei reparti da parte di pazienti Covid-19. Sono: Abruzzo (19%); Basilicata (23,4%); Calabria (31,3%); Lazio (16,1%); Marche (16,4%); Puglia (18,8%); Sardegna (21%); Sicilia (23,3%); Umbria (27,6%)

Nessuna Regione supera invece la soglia di allerta del 10% per l'occupazione delle terapie intensive

L'incidenza dei casi Covid-19 supera il valore di 1000 per 100mila abitanti in 3 Regioni: Calabria (1079,3); Puglia (1060,2); Umbria (1588,4)

La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (14% contro il 17% della scorsa settimana)

È stabile invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37% rispetto a 37%)

Aumenta infine la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (49% contro il 46%)