A Cassino stele per parà tedeschi: polemiche, sospesa inaugurazione

Cronaca
Cassino nel 1945 distrutta dai bombardamenti (foto d'archivio Ansa)

La decisione dopo l'appello del sindaco. L'evento, in programma per oggi, aveva scatenato le polemiche. Zingaretti: "È un gesto grave". L'Anpi di Roma: "Sfregio alla guerra di liberazione". Ma per i promotori si trattava di un gesto di "riconciliazione"

"Qualsiasi iniziativa che possa turbare la memoria e la sensibilità della nostra città deve essere sospesa". Dopo l'appello lanciato ieri sera dal sindaco di Cassino, Carlo Maria D'Alessandro, è arrivata la decisione finale: verrà sospesa l'inaugurazione della stele in memoria dei paracadutisti tedeschi difronte alla grotta di Foltin, in programma per oggi e che aveva fatto scattare le polemiche.

Le polemiche sulla stele ai parà

Appena si era diffusa la notizia che oggi a Cassino si sarebbe inaugurata una stele per ricordare i parà e i soldati tedeschi caduti durante la seconda Guerra Mondiale, si erano innescate diverse reazioni. "È un gesto grave, una ferita alla memoria della guerra di liberazione: non posso, dunque, che condannare iniziative come questa", aveva commentato il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. Mentre l’Anpi (associazione nazionale partigiani italiani) di Roma aveva subito parlato di "uno sfregio alla guerra di liberazione" e si era detta pronta a denunciare l’accaduto. Per l'Associazione albergatori, invece, si trattava di un gesto di "riconciliazione", "senza alcuna valenza politica". Dello stesso parere anche  l'Associazione paracadutisti tedeschi che aveva spiegato: "È un monito e un ricordo delle vite stroncate dall'assurdità e dalla violenza della guerra e per tutti i militari e tutti i civili morti nella battaglia".

Il progetto per l'inaugurazione

La stele doveva essere collocata a Cassino nel punto della grotta di Foltin, posto di comando proprio del capitano dei paracadutisti Ferdinand Foltin. Gli organizzatori avevano coinvolto nell’iniziativa lo stesso sindaco di centrodestra Carlo Maria D'Alessandro e l'abate di Montecassino Dom Donato Ogliari. Quest'ultimo, secondo quanto riporta la locandina online dell'evento, avrebbe dovuto benedire la stele. "Tutto è spiegato nel comunicato stampa, volutamente ignorato" commentano però sulla vicenda dal Centro Studi Battaglia di Cassino, "a Cassino hanno combattuto gli alleati contro se stessi, non ci sono stati competitor, alleati contro alleati. Chi ha perso non ha voce, chi ha perso non può parlare". 

Il caso di Affile

Zingaretti commentando l’iniziativa, rivelata dal Fatto Quotidiano, aveva parlato anche di "grande stupore e profonda inquietudine". "Sul manifesto appare un paracadute aperto che richiama la prima Divisione che ha operato nella zona", aveva fatto poi notare il governatore del Lazio. Ma quello di Cassino non è il solo caso. A novembre scorso il sindaco di Affile, Ercole Viri, e due assessori sono stati condannati a otto e sei mesi per apologia di fascismo per il sacrario di Graziani, nativo di Filettino, nel Frusinate, a pochi chilometri di distanza. Il monumento, costruito con soldi pubblici, è stato aspramente osteggiato dall'Associazione partigiani (Anpi) e dallo stesso Zingaretti.

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