Foibe, allerta per le manifestazioni nel giorno del ricordo

Cronaca
Una manifestazione in occasione della giornata del ricordo delle vittime delle Foibe, 2017 (Fotogramma)

Esponenti di estrema destra e antagonisti in piazza. Monito di Mattarella: "Gravissimi rischi del nazionalismo estremo"

Nella Giornata del ricordo delle vittime delle Foibe, il 10 febbraio, sale la tensione per i cortei di opposti schieramenti in diverse città italiane. Allerta a Torino e Roma dove sono scesi in piazza esponenti di estrema destra e antagonisti.

Allerta a Torino

Il capoluogo piemontese accoglie tre manifestazioni a corso Cincinnato, luogo "simbolo" dove furono accolte alcune delle famiglie istriane in esilio: il corteo del Comitato Lucento-Vallette antifasciste e quelli di Forza Nuova e di Casapound. Dopo pochi metri il gruppo antifascista si è trovato la strada sbarrata da un cordone di poliziotti in assetto antisommossa. Alcuni attivisti sono passati attraverso il vicino mercato rionale e sono riusciti ad avvicinarsi verso il punto in cui si stanno radunando i militanti di Forza Nuova. La polizia ha organizzato un secondo cordone di sbarramento.

Le manifestazioni a Roma

Al grido "Mai più fascismi" è iniziato a Tor Bella Monaca, nella periferia di Roma, il presidio antifascista organizzato dalla Cgil in occasione del giorno del Ricordo. Nel piazzale davanti alla chiesa sventolano bandiere del sindacato, del Partito democratico e della Rete degli studenti. Tra i presenti il leader della Cgil Susanna Camusso e il presidente del Pd Matteo Orfini. Prevista anche una fiaccolata del gruppo di destra Azione Frontale, che chiede di intitolare un parco a "Giuseppina Ghersi, 13 anni, vittima dell'odio partigiano". Nella zona è stata attivata una vigilanza a largo raggio. Anche per la Capitale nei giorni scorsi il Pd e la Cgil avevano chiesto di non autorizzare la manifestazione di Azione Frontale per motivi di sicurezza.

Il messaggio di Mattarella

In occasione della Giornata del ricordo delle Foibe il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato che "le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse" perché "fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell'odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema".

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