Cassino, si suicida il padre accusato di abusi dalla figlia 14enne

Cronaca

La ragazzina aveva rivelato le violenze in un tema in classe. Da qui le indagini, che avevano convinto il gip ad allontanare l'uomo dalla famiglia. Anni fa un episodio simile con la sorella maggiore della giovane. La moglie: "Non si sapeva ancora se accuse erano vere"

Si è tolto la vita impiccandosi l’uomo di Cassino accusato di aver abusato della figlia 14enne, che aveva rivelato le violenze in un tema scritto a scuola. L’uomo era stato allontanato dalla famiglia, in attesa dell'incidente probatorio fissato a febbraio, e gli era stata concessa la misura del braccialetto elettronico. Secondo il gip, infatti, esisteva il pericolo di reiterazione delle violenze. Nel colloquio con il magistrato l'accusato si era avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo lo sfogo della figlia nel tema, la madre della 14enne le aveva detto di “non rimanere in casa da sola con papà”. Un avvertimento che aveva origine da un episodio simile avvenuto anni fa ai danni della sorella maggiore - ora 28enne - della ragazzina. In un'intervista, la moglie dell'uomo ha fatto sapere di essere "tanto, tanto arrabbiata" e che "non si sapeva ancora se era vero" quello di cui era accusato il padre della ragazza.

Gli abusi rivelati in un tema

"Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle". È stato grazie a questo tema, assegnato al solo scopo didattico, che la professoressa e la dirigente scolastica della scuola di Cassino frequentata dalla ragazzina sono venute a conoscenza delle violenze, che avvenivano  "ogni volta che rimanevamo io e lui soli". Da qui l’avvio delle indagini e la conferma di quanto scritto nel compito. La madre della 14enne aveva riferito di essere venuta a conoscenza degli abusi solo dopo aver letto il tema e, come emerso dal colloquio avuto con la dirigente scolastica, aveva detto alla figlia di "non rimanere in casa da sola con papà". Un avvertimento, come emerge dall'ordinanza del gip, nato da un episodio simile accaduto alla primogenita anni fa. In quell'occasione l'uomo aveva promesso alla moglie "che non si sarebbero più verificati fatti analoghi".

L’allontanamento dalla famiglia

Dopo un colloquio in cui la 14enne aveva confermato quanto scritto, gli investigatori avevano redatto un'informativa per il gip che ha poi disposto l'allontanamento del padre - accusato di violenza sessuale - dalla casa familiare con la misura del braccialetto elettronico. L'uomo, sentito dal magistrato, si era avvalso della facoltà di non rispondere, mentre i legali della giovane avevano chiesto un incidente probatorio, che era stato fissato per febbraio. Il comportamento dell'indagato, si legge nell'ordinanza del gip, mostrava “un'indole subdola e manipolatrice, con scarsa capacità di controllo dei propri istinti sessuali".

Per il gip c'era pericolo di reiterazione

Per il magistrato, inoltre, "le modalità della condotta" e "il contesto familiare in cui sono state poste in essere" facevano propendere "sicuramente per la sussistenza dell'attualità e del pericolo di reiterazione di condotte analoghe o diverse". Secondo il magistrato, non emergono circostanze "per dubitare sull'attendibilità delle agghiaccianti confidenze" rese dalla minore, "avvalorata dalle dichiarazioni dei familiari e dalla modalità con cui la ragazza ha deciso di esternare l'accaduto".

La moglie: Accuse? Non sappiamo se vere

"Sono state dette tante cose non vere, quello che avete detto ieri e l'altro ieri l'hanno portato a questo". Sono queste le dichiarazioni della moglie dell'uomo trovato suicida, rilasciate durante un'intervista. La donna ha anche detto di essere "tanto, tanto arrabbiata" e che "non si sapeva ancora se era vero" quello di cui era accusato il marito.

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