156 anni anni fa il primo censimento in Italia

Cronaca
Le schede utilizzate per il censimento del 2011 (foto: Flickr censimentoistat)
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Si svolse fra il 31 dicembre 1861 e il 1 gennaio '62. Ne emerse uno stato abitato da una popolazione molto giovane, con un'età media 27 anni, e un alto tasso di natalità. La storia dei censimenti nel nostro Paese

Nella notte fra il 31 dicembre 1861 e il 1 gennaio 1862, a nove mesi dalla nascita del Regno d'Italia, gli italiani provano a tracciare una prima "radiografia della popolazione". Secondo questo primo censimento, i residenti erano poco più di 22 milioni e l'età media di appena 27 anni.

I risultati del primo censimento

Promotore dell'iniziativa, che suddivideva i neo italiani per sesso, età e stato civile, fu l'allora ministro dell'Agricoltura, Filippo Cordova. I risultati registrarono 22.182.377 milioni di residenti (circa 26 milioni, considerando anche le zone all'epoca non ancora annesse al Regno d'Italia) con una prevalenza di maschi (51%). L’età media risultò essere di 27 anni, con una percentuale molto ridotta di over 70. Una fotografia che è quasi l'esatto opposto dell'Italia attuale, con una popolazione molto più giovane – i bambini con meno di 10 anni erano il 24% del totale – nuclei familiari numerosi (composti in media da 4 persone) e un alto tasso di natalità, contrariamente a quanto appunto accade oggi. Come ricorda l'Istat l'intero censimento, compresa la sua pubblicazione, costò 640mila lire (29,38 lire ogni mille abitanti).  

Cadenza decennale e innovazioni

A partire dal 1861, la cadenza decennale del censimento della popolazione viene quasi sempre rispettata. Salvo nel 1891, quando non venne svolto per difficoltà finanziarie, e nel 1941, a causa della Seconda guerra mondiale. Di volta in volta , vengono introdotte novità e innovazioni. Nel 1881, ad esempio, venne adottato un nuovo metodo di rilevazione della popolazione residente che comprendeva i presenti con dimora abituale e gli assenti temporanei. Vent'anni dopo, nel 1901, la data di riferimento della rilevazione venne spostata a febbraio e vennero adottate schede individuali per ogni componente della famiglia, mentre nel 1910 venne previsto il limite di età dei 10 anni per rispondere alle domande sul lavoro. Nel 1921, la realizzazione del censimento passò dai singoli Comuni all’Istat, l'Istituto di statistica nazionale.

Nuove tecnologie e ultimi censimenti

Successivamente iniziarono a svolgersi anche i censimenti dell'industria (il primo è del 1876, limitato a 15 gruppi industriali) e dell'agricoltura, il 15 aprile 1961. Tornando ai censimenti della popolazione, nel 1931 i dati furono elaborati per la prima volta con macchine perforatrici (tabulatori Hollerith) mentre nel 1936 la rilevazione venne anticipata per regio decreto secondo un programma, poi non mantenuto, di renderla quinquennale. La successiva "fotografia" degli italiani verrà realizzata solo nel 1951, a tre anni dalla proclamazione della Repubblica. Nel 1971 si portò a termine il primo censimento dei gruppi linguistici di Trieste e Bolzano, con la traduzione in tedesco del questionario, che dal '91 sarà tradotto in sei lingue. Tra le novità degli ultimi due censimenti va ricordato che nel 2001 si censirono per la prima volta gli edifici, mentre nel 2011 i questionari divennero compilabili anche tramite Internet. Un primo passo verso il censimento permanente, la nuova sfida su cui l'Istat ha investito per i prossimi anni.  

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