Piazza San Carlo, avviso di garanzia alla sindaca di Torino Appendino

Cronaca
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Notificati primi provvedimenti sulla serata del 3 giugno: durante la proiezione della finale di Champions Juve-Real Madrid, ondate di panico provocarono una vittima e oltre 1.500 feriti. Tra destinatari anche una funzionaria del Comune e un alto dirigente della questura

È iniziata, a Torino, la notifica dei provvedimenti giudiziari nell'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo. Un avviso di garanzia è arrivato anche alla sindaca Chiara Appendino. "Pochi minuti fa - ha riferito il primo cittadino in una nota - mi è stato notificato dalla Procura di Torino un avviso di garanzia per i fatti di piazza San Carlo. Offrirò come sempre la massima collaborazione agli inquirenti - ha aggiunto -, poiché è interesse di tutta la cittadinanza che vengano ricostruiti i fatti e definite le responsabilità di ognuno". Tra i primi destinatari ci sarebbero anche una funzionaria del Comune che si occupò della serata del 3 giugno, un alto dirigente della questura di Torino, uno dei responsabili di Turismo Torino (l'ente comunale cui venne affidata l'organizzazione della serata). 

L’inchiesta giudiziaria riguarda l’organizzazione e la gestione della serata del 3 giugno scorso in piazza San Carlo a Torino, nella quale, durante la proiezione su un maxischermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, ondate di panico provocarono la morte (dopo 12 giorni di agonia) di una donna di 38 anni e il ferimento di oltre 1.500 persone.

Le indagini

Le lunghe indagini, coordinate dal procuratore Armando Spataro, dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo e dal sostituto Antonio Rinaudo, hanno riguardato tutte le fasi: dalla preparazione e allestimento del maxischermo nel 'salotto' di Torino, alla gestione della piazza per quanto riguarda la sicurezza nelle ore precedenti la diffusione della partita e durante il match, quando il panico scoppiato all'improvviso ha generato la calca nella quale centinaia di persone sono rimaste travolte. Sono stati analizzati tutti i documenti per l'allestimento della piazza, la predisposizione di transenne, le vie di fuga, il numero delle persone ammesse, le forze di polizia presenti per la gestione dell'ordine pubblico e per i controlli di venditori abusivi. È stata ricostruita tutta la giornata del 3 giugno e anche le attività dei giorni precedenti nel preparare la piazza.

Testimonianze di oltre 200 persone

Sotto la lente, soprattutto, le omissioni. Come i mancati controlli nel grande parcheggio sotto piazza San Carlo da cui sarebbero entrati i venditori abusivi con le bibite in vetro. La folla cominciò ad accalcarsi nella piazza già nel primo pomeriggio e a molte ore dall'evento - la finale di Champions si giocava alle 20.45 - non furono pochi i torinesi e i turisti che rinunciarono ad andare in piazza, allarmati dalla presenza di bottiglie in vetro sul selciato molto prima della serata. I pm si sono avvalsi del lavoro di un pool di investigatori della Digos, che in cinque mesi hanno raccolto la testimonianza di quasi 200 persone.

Insieme di omissioni e lacune

Resta da capire, anche, la causa che ha scatenato il panico, ma soprattutto gli investigatori hanno voluto capire cosa non ha funzionato nell'organizzazione e nella gestione della serata. Un insieme di omissioni e lacune avrebbero provocato il disastro, con il rischio di una tragedia di proporzioni maggiori. In piazza San Carlo resta tuttora transennato l'area, vicina a un bar, dove fu travolta Erika Pioletti, la 38enne di Beura Cardezza morta dopo 12 giorni all'ospedale San Giovanni Bosco.

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