Autocertificazione per i primi tre giorni di malattia, ddl al Senato

Cronaca
Per i primi tre giorni di malattia ci si potrà, forse, auto-giustificare al lavoro (Foto d'archivio: Getty Images)
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Primo firmatario del disegno di legge Maurizio Romani, ex 5 Stelle ora nel gruppo Misto. Il medico farebbe solo da tramite tra il lavoratore e l'Inps. Il testo incassa il sostegno dell'ordine dei medici

Autocertificazione del lavoratore per i primi tre giorni di malattia, col medico che diventa un semplice "postino" della trasmissione telematica del certificato all'Inps e al datore di lavoro. È quanto prevede un disegno di legge appena assegnato alla Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Il testo è stato presentato dal senatore Maurizio Romani, ex 5 Stelle ora nel Gruppo Misto (Italia dei valori), vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità. "La mia proposta", ha spiegato, "vuole riportare a criteri di ragionevolezza e buonsenso" ed è "lungi dall'introdurre criteri di permissivismo".

La proposta

La normativa vigente, si legge nel testo del ddl, prevede che in tutti i casi di assenza per malattia la certificazione medica dello stato di salute del lavoratore debba essere inviata all'Inps per via telematica, a partire dal primo giorno di assenza, dal medico, o dalla struttura sanitaria che la rilascia. Tale certificazione deve inoltre attestare dati clinici direttamente constatati e oggettivamente documentati perché in mancanza di queste caratteristiche al medico si applicano le stesse sanzioni previste nei casi di certificazione medica falsa. Il disegno di legge vuole invece "semplificare la normativa vigente in materia di certificazioni dello stato di malattia del dipendente pubblico e privato". Il ddl si compone di due articoli di modifica al decreto legislativo n.165 del 30 marzo 2001 in materia di false attestazioni o certificazioni e di controlli sulle assenze dei lavoratori.

Cosa potrebbe cambiare

Il testo presentato dal senatore Romani prevede che in presenza di un disturbo che il lavoratore ritiene "invalidante ma passeggero", sarà lui stesso - sotto la sua esclusiva responsabilità - a comunicarlo al medico, che si farà semplice tramite per la trasmissione telematica all'Inps e al datore di lavoro. Questo varrà "in tutti i casi di assenza per malattia protratta per un periodo inferiore a tre giorni".

Pene meno severe per i medici

Il disegno di legge incide poi sulle pene ai medici, ridimensionandole, anche per porre rimedio ad alcune contraddizioni ed eccezioni di incostituzionalità rilevate nella Legge Brunetta. "Le disposizioni vigenti prescrivono per il lavoratore e il medico sanzioni piuttosto severe in caso di falsa certificazione", afferma Romani. "Per il primo si arriva fino al licenziamento per giusta causa, per il secondo alla radiazione dall'Albo". "Si tratta di previsioni in contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e, dunque, incomprensibilmente repressive", sottolinea.

Il placet dell'Ordine dei medici

Il testo del ddl incassa il sostegno dell'Ordine dei Medici. La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) esprime "vivo apprezzamento" per il disegno di legge e ricorda che questa è una proposta che la stessa Federazione porta avanti da quattro anni. "Ci sono disturbi, come il mal di testa o lievi gastroenteriti", afferma Maurizio Scassola, vicepresidente della Federazione, "la cui diagnosi non può che essere fatta sulla base di sintomi clinicamente non obiettivabili. Il medico, in questi casi, deve limitarsi, all'interno del rapporto di fiducia che lo lega al paziente, a prendere atto di quanto lamentato". Per la Fnomceo un'auto-attestazione potrebbe essere utile su due fronti: non solo per "sollevare il medico" ma anche per "responsabilizzare" lo stesso paziente. Questo, aggiunge Scassola, "del resto già avviene, con ottimi risultati, in molti Paesi anglosassoni. Auspichiamo dunque un iter rapido e l'approvazione entro fine legislatura".

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