Garlasco, Cassazione: riesaminare indizi a carico di Stasi

Cronaca
Alberto Stasi

Rese pubbliche le motivazioni della sentenza con cui i supremi giudici hanno annullato l’assoluzione per l’ex fidanzato di Chiara Poggi, uccisa nel 2007. Secondo i magistrati sarebbero state sottovalutate le incongruenze emerse dal racconto dell’imputato

Occorre una "rilettura e rivisitazione" di tutti gli indizi a carico di Alberto Stasi. E' quanto scrivono i giudici della prima sezione penale della Cassazione, presieduti da Paolo Bardovagni, nelle motivazioni della sentenza con la quale, ad aprile, è stata annullata l'assoluzione di Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco, in provincia di Pavia, mentre i familiari erano in vacanza. I supremi giudici hanno ordinato un nuovo processo d'appello, che dovrà seguire un "corretto e compiuto percorso metodologico, criteri di valutazione della prova indiziaria, svolgendo una nuova verifica delle richieste istruttorie e assumendo eventuali prove ritenute rilevanti per la decisione".

"Non sono stati valutati bene tutti gli indizi" - Nelle motivazioni della sentenza della prima sezione penale della Cassazione i giudici sottolineano che non sono stati valutati bene tutti gli indizi spiegando che la Corte d'appello di Milano, nella sentenza del dicembre 2011 che ha assolto Stasi, ha avuto "un approccio non coerente ai principi della prova indiziaria", seguendo un percorso metodologico "non corretto nella lettura dei dati probatori acquisiti".

"Sottovalutate incongruenze racconto Stasi" - Secondo la Corte di Cassazione, i giudici di merito, la Corte d'assise d'appello di Milano, hanno sottovalutato le incongruenze del racconto dello stesso Stasi. I giudici - nelle cento pagine di motivazioni con le quali annullano la sentenza di assoluzione per l'ex studente della Bocconi - precisano che è avvenuta una "sottovalutazione delle incongruenze del racconto di Stasi", riferendosi alle omissioni "narrative" del giorno in cui è avvenuto l'omicidio, "alle sue telefonate e al sistema di allarme" e "di ricostruzioni contraddittorie e non lineari".

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