Sacchetti bio, Renzi: "No a complotti". Galletti: "Atto di civiltà"

Ambiente
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Polemiche sul costo dei nuovi bioshopper per l'ortofrutta. Il segretario Pd risponde alle accuse secondo cui la misura favorirebbe una azienda a lui vicina. Legambiente: "Troppe bufale e inesattezze"

Scoppia la polemica sui sacchetti riciclabili a pagamento per l'ortofrutta, obbligatori per legge dal primo gennaio. Sui social fioccano le accuse di "nuovo balzello" per i consumatori, e soprattutto di "regalo" del governo all'azienda leader dei sacchetti biodegradabili in Italia, la Novamont, guidata da Catia Bastioli ritenuta vicina a Matteo Renzi. 

Renzi:" No complotti, aiutare la green economy"

Sul tema è intervenuto lo stesso Matteo Renzi, che in un post dalla sua pagina Facebook ha sostenuto la nuova norma. “Anziché gridare al complotto – ha scritto Renzi - dovremmo aiutare a creare nuove aziende nel settore della Green Economy senza lasciare il futuro nelle mani dei nostri concorrenti internazionali". L'ex premier ha replicato alle voci che accusano la nuova misura di favorire imprese vicine al partito democratico. "Quanto all'accusa che il Parlamento lo avrebbe fatto per un'azienda amica del Pd – ha aggiunto Renzi - vorrei ricordare che in Italia ci sono circa 150 aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio. Hanno quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato".

Il ministro Galletti: “Atto di civiltà ecologica”

Difende la norma anche il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. "L'entrata in vigore della normativa ambientale sugli shopper ultraleggeri è un atto di civiltà ecologica che pone l'Italia all'avanguardia nel mondo nella protezione del territorio e del mare dall'inquinamento da plastiche e microplastiche". "Le polemiche sul pagamento di uno o due centesimi a busta - continua - sono solo un'occasione di strumentalizzazione elettorale. Appare evidente che si tratta di una operazione-trasparenza voluta dal Parlamento unanime". Galletti ha poi evidenziato come le nuove buste, più sostenibili per l'ambiente e con una maggiore percentuale di biodegradabilità, “sarebbero state comunque pagate dai consumatori, come del resto accadeva per quelle in uso fino al 31 dicembre, con un ricarico sul prezzo dei prodotti”. 

Legambiente: "Troppe bufale e inesattezze"

Nel dibattito interviene anche Legambiente, affermando in una nota che  sui nuovi bioshopper compostabili "circolano troppe bufale e inesattezze". Nel documento, l'associazione "green" ribadisce che i nuovi involucri biodegradabili "fanno bene all'ambiente e aiutano a contrastare il problema dell'inquinamento da plastica". Legambiente non ci sta, soprattutto, a far passare due "bugie" dell'ultima ora: ovvero quella che il i nuovi shopper rappresentino una "tassa occulta", e quella secondo cui il loro utilizzo favorisca il monopolio di Novamont, azienda a cui si deve l'invenzione di Mater-Bi, famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili. "Da sempre i cittadini pagano in modo invisibile gli imballaggi che acquistano con i prodotti alimentari, solo che dal 1° gennaio il prezzo è visibile e presente sullo scontrino", ha spiegato l'associazione ambientalista, aggiungendo che in Italia si possono acquistare bioplastiche da almeno una decina di aziende.

Permettere il riutilizzo  

Infine l'associazione si lancia in una proposta per il riutilizzo dei sacchetti monouso. "È un problema che si può superare – ha scritto Legambiente – semplicemente con una circolare ministeriale, che permetta in modo chiaro, a chi vende frutta e verdura, di far usare sacchetti riutilizzabili, come ad esempio le retine, pratica già in uso nel nord Europa". In questo modo, secondo l'associazione, si garantirebbe una riduzione auspicabile dell'uso dei sacchetti di plastica, anche se compostabile, come già fatto coi sacchetti per l'asporto merci, "che – ribadisce l'associazione – grazie al bando entrato in vigore nel 2012 in 5 anni sono stati ridotti del 55%".

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